Terza ed ultima giornata per il pellegrinaggio di preghiera di Francesco in Terra Santa. La mattinata si è aperta con il Congedo dalla Delegazione Apostolica di Gerusalemme, presso la quale il Santo Padre ha trascorso una notte serena. Alle ore 8 (ora locale), il Pontefice si è trasferito alla Spianata delle Moschee dove ha incontrato il Gran Muftì di Gerusalemme, al cospetto della ”Qubbat al-Sakra”, la “Cupola della Roccia”.
E’ questo l’edificio sacro islamico più antico esistente oggi: sovrasta infatti la Terra Santa dal 691 e ancora oggi attrae turisti e pellegrini per la sua imperante bellezza. I musulmani ritengono che la “roccia” al centro della moschea sia il punto da cui Maometto sarebbe asceso al cielo. Per gli ebrei, è terra sacra in quanto sede del Tempio di Salomone. Mentre ai cristiani ricorda le numerose visite di Gesù al Tempio e altri episodi della sua vita pubblica.
Duranta la visita al Gran Muftì, la vettura del Papa è entrata dalla porta Al-Asbat e si è fermata all’ingresso della Cupola, dove ad attenderlo c’erano Muhammad Ahmad Husayn e il direttore Generale del Consiglio del “Waqf”, la Custodia dei beni inalienabili appartenenti agli enti religiosi islamici, gestiti esclusivamente per fini caritativi.
Dopo una breve visita del luogo, il Pontefice è stato accompagnato all’edificio del Gran Consiglio in cui vengono riservati posti speciali per le più alte personalità del Seguito papale ed esponenti della Comunità musulmana.
Dopo il discorso
Come i suoi predecessori, Francesco ha sostato in preghiera silenziosa per qualche minuto, toccando il Muro con la mano destra. Al termine della preghiera – secondo la consuetudine per i fedeli – ha deposto, tra le fenditure del Muro, una busta contenente un foglio con la preghiera del “Padre Nostro” in spagnolo, scritta personalmente.
In spagnolo era anche la dedica scritta dal Santo Padre sul Libro d’Onore del Muro Occidentale, che riporta il Salmo 121: “Quale gioia quando mi dissero ‘Andiamo alla casa del Signore’. Ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme”. Il Papa poi ha aggiunto: “Con questi sentimenti di gioia verso i miei fratelli maggiori, sono venuto ora e ho chiesto al Signore la grazia della pace”.
Dopo il momento di raccoglimento al Muro Occidentale, tutti hanno potuto vedere l’emozionante abbraccio tra Bergoglio e i suoi amici argentini: il rabbino Abraham Skorka, Rettore del Seminario Rabinico Latinoamericano a Buenos Aires, e l’esponente islamico Omar Abboud, presidente dell’Istituto per il dialogo Interreligioso di Buenos Aires. Si è realizzato quindi il sogno comune – come aveva dichiarato Skorka nell’intervista a La Civiltà Cattolica -“di trovarci insieme davanti al Muro del Pianto, di abbracciarci per dare un segno ai 2000 anni di dissensi tra ebrei e cristiani”.
In seguito, il Papa si è recato in auto al Monte Herzl, accolto dal Presidente di Israele Shimon Peres e dal Primo Ministro, Benjamin Netanyahu. Nel Mausoleo, aiutato da una ragazza e da un ragazzo cristiani, il Santo Padre ha deposto una corona di fiori sulla Tomba di Theodor Herzl, fondatore del Movimento Sionista al Congresso di Basilea del 1897. Subito dopo si è trasferito in auto al Memoriale di Yad Vashem, il monumento dedicato alla Memoria dell’Olocausto.
(S.C.)