I Maristi denunciano: crimini contro l'umanità ad Aleppo

Più volte la popolazione è rimasta senza acqua, luce e telefono e vari civili sono stati presi in ostaggio

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Sempre più drammatiche le notizie provenienti dalla Siria. Nell’attuale impossibilità di ottenere notizie affidabili, una testimonianza di prima mano è quella fornita dai Fratelli Maristi che sono rimasti in tre nella città di Aleppo, teatro da ormai due anni di scontri sanguinosissimi tra l’esercito di Assad e le fazioni dei ribelli con un blocco permanente di viveri e rifornimenti che ha messo letteralmente in ginocchio la popolazione civile, comprendente circa due milioni di persone.

I Maristi denunciano che più volte negli scorsi mesi la popolazione è rimasta priva di energia elettrica, acqua o telefono, alcune volte anche fino a tre settimane. Sugli stessi civili, persino in zone densamente abitate, si sono scagliati poi i cecchini appostati sui palazzi mentre non si contano le bombe buttate dai terroristi all’improvviso tra la folla durante il giorno.

Altri civili sono stati presi in ostaggio e non se ne ha più notizia. Immensi e irreparabili i danni stimati finora all’antichissimo patrimonio archeologico. Richiamando le convenzioni di Ginevra e lo statuto di Roma che istituisce la Corte Penale Internazionale, i religiosi denunciano quindi che siamo davanti a “crimini contro l’umanità”, cioè “atti disumani che provocano intenzionalmente grandi sofferenze o gravi lesioni all’integrità fisica o alla salute fisica o mentale” di persone innocenti e indifese.

Nonostante l’assedio recentemente rotto al carcere locale dai soldati governativi, al momento è ancora difficilissimo lasciare o entrare nella città e tutte le comunicazioni sono tagliate. La comunità religiosa chiama in causa le responsabilità dell’ONU e delle grandi potenze che assistono inermi a quanto accade, indifferenti alla sofferenza di un intero popolo.

Il drammatico appello segue di qualche giorno la denuncia dell’arcivescovo armeno-cattolico della città Boutros Mayati che lamentava all’agenzia FIDES un’ulteriore escalation delle violenze in vista delle elezioni presidenziali fissate per il prossimo 3 giugno e quella dell’Osservatorio nazionale per i Diritti Umani in Siria – rilanciata dalla Radio Vaticana la scorsa settimana – secondo cui da gennaio scorso circa 850 siriani (comprese diverse donne e bambini) sarebbero morti nelle prigioni del Paese a causa delle numerose torture subite.

Come noto, la città di Aleppo, definita popolarmente “la capitale del Nord” é la città più popolosa del Paese e – dopo Beirut e Il Cairo – la terza maggiore città cristiana del mondo arabo. Nel 1986 è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.    

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Omar Ebrahime

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