“Le città vogliono vivere”. Lo dicono e lo vogliono quelli che cercano di umanizzarle, come anche quelli che affrontano il mare per cercare un futuro. Il Mediterraneo è uno scenario in cui si ci misurano lotte e speranze. Livorno abbraccerà il mondo che si affaccia sul Mare nostrum, mare di tutti con due giorni di convegno, il 27 e il 28 maggio prossimi, in occasione della Giornata cittadina per la pace, grazie al primo meeting internazionale di ‘Medì’, una rassegna annuale di convegni e iniziative promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con il Comune di Livorno e con la Fondazione Livorno e patrocinato dalla Regione Toscana, per lo sviluppo delle relazioni tra le città del Mediterraneo.
Quasi con un passaggio di testimone, dal 28 pomeriggio al 29, il convegno Cosmopolitismo tra conflitti e mediazioni. Livorno e porto franco negli studi più recenti, organizzato dall’Archivio di Stato di Livorno nella Sala Ferretti della Fortezza vecchia.
Con Medì, nella città labronica si prenderanno in esame alcuni aspetti specifici: le crisi economiche e politiche, i rivolgimenti sociali, che hanno scosso le città, lasciandosi dietro conseguenze non ancora decifrabili. Ma le città vogliono vivere. Barcellona, Marsiglia, Napoli, Salonicco, Istanbul, Tel Aviv, Beirut, Alessandria, Tunisi si riuniscono perciò a Livorno perché hanno molto da raccontare. Il convegno vuole ascoltare la loro voce.
Ai relatori è chiesto di illustrare in che modo gli avvenimenti degli ultimi anni hanno toccato la loro città, quali conseguenze hanno avuto, quali prospettive e quali sfide hanno aperto; come insomma le città vivono e vogliono vivere il cambiamento che è in atto, quale ruolo e quale contributo pensano di potervi dare.
I lavori di ‘Medì’ cominceranno martedì 27 maggio, alle ore 17, presso l’Auditorium della Camera di Commercio dove, dopo la cerimonia di apertura e gli indirizzi di saluto, lo storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, svolgerà la relazione introduttiva. Seguirà una tavola rotonda sul tema ‘La città, protagonista del Mediterraneo’, alla quale prenderanno parte lo scrittore Nedim Gursel, di Istanbul; Jaume Castro, della Comunità di Sant’Egidio, di Barcellona; l’architetto Jeremie Hoffmann, di Tel Aviv.
Mercoledì 28 maggio, alle 9.30, presso la Sala Convegni del LEM, focus sulle città arabe “nel vento del cambiamento”: da Tunisi Mohammed Jouili, Direttore dell’Osservatorio Nazionale sui giovani; da Beirut Antoine Courban, dell’Università Saint Joseph; da Alessandria l’attivista egiziana Nagwan El Ashwal. Segue una tavola rotonda su “Quale futuro? ‘Città muro’, ‘città porto’”, con Marco Rossi, per il Centro per il dialogo Religioso ed Ecumenico di Napoli; Vasilios Koulousas, dell’Università ‘Aristotele’ di Salonicco; Rèmi Caucanas per l’Istituto del Mediterraneo Le Mistral di Marsiglia ed Emanuele Rossi, della Scuola Superiore Sant’Anna, per Livorno. Le conclusioni sono affidate a Vittorio Ianari, della Comunità di Sant’Egidio.
Inoltre, un omaggio singolarissimo alle città ospiti del Convegno: la mostra documentaria dell’Archivio di Stato “Le città e il Mediterraneo: la convivenza e la storia”; una raccolta di immagini e testi significativa dei rapporti esistenti tra la città di Livorno e la complessità umana del Mare Nostrum approdata nel porto labronico. Il convegno è stato realizzato anche grazie al contributo del CESVOT, della Banca CRAS e della George Menaboni.
Nel pomeriggio del 28 maggio la partecipazione alla Giornata per la Pace promossa dalla Comunità, in collaborazione con Provincia e Comune di Livorno, la Diocesi, Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea, migliaia di ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado. La data del 28 maggio ricorda il giorno anniversario dei bombardamenti che durante la seconda guerra mondiale colpirono la città di Livorno.
Due i momenti principali: l’Itinerario della Memoria con l’omaggio alle vittime degli Scali d’Azeglio e la festa in piazza “W la Pace” con i ragazzi e le famiglie. Alle 17, dunque, dalla piazza del Comune, si snoderà una marcia silenziosa verso le vie del centro cittadino, con sosta in prossimità dei luoghi maggiormente colpiti dalla guerra negli anni ‘43-45. In ogni sosta, alcune testimonianze che legano il passato e il presente; quello che è lontano a ciò che è più vicino. Al termine del percorso, i partecipanti deporranno un omaggio alle vittime di tutte le guerre, presso le cantine degli Scali d’Azeglio, dove molti nel ’43 rimasero uccisi.