Il Re di Giordania propone al Papa di costruire insieme ponti di pace

Abdullah II, 41° discendente del profeta Maometto, riconosce la saggezza e la misericordia di papa Francesco, proponendo un alleanza tra cristiani e musulmani perché “lo spirito autentico dell’islam, è quello della pace”

Share this Entry

“Lei è successore di san Pietro, ma è anche diventato la coscienza per il mondo intero (…) Già dalla sua elezione ci ha ricordato che Pontefice significa costruttore di ponti (…) anche i giordani stanno costruendo ponti (…) I musulmani apprezzano i suoi messaggi di stima e di amicizia”.

Con queste parole il Re giordano Abdullah II, 41° discendente del profeta Maometto, ha accolto Papa Francesco.

Ben cosciente delle sfide da affrontare, soprattutto “il conflitto settario e interreligioso” che divide anche il mondo musulmano, il re Giordano ha sottolineato il “futuro comune” che “sulla base del rispetto reciproco, della pace e della fede in Dio” i musulmani e i cristiani “stanno costruendo”.

“Dove le persone vengono schiacciate dall’ingiustizia e dalla violenza” ha precisato “gli sforzi comuni” di cristiani e musulmani “possono aiutare a portare guarigione e speranza”.

Abdullah II lodato l’impegno del Papa nel promuovere il dialogo, la dignità umana e la coesistenza pacifica.

In particolare la coesistenza di musulmani e cristiani interessa “tutta l’umanità”.

A questo proposito il Re Giordano ha ricordato di essere tra i promotori della lettera aperta che 138 leader religiosi musulmani inviarono il 13 ottobre 2007 per sottolineare che Islam e Cristianesimo condividono due grandi comandamenti “l’amore per Dio e l’amore per il prossimo”.

Nell’ambito del programma A Common Word si sono già svolti due forum a Roma e in Giordania tra cattolici e musulmani. Un terzo incontro si terrà in Vaticano il prossimo novembre.

Secondo Abdullah II, la pace del mondo dipende “dalla comprensione e dalla coesistenza tra tutte le persone di fedi diverse”, e l’umanità e la saggezza di Papa Francesco possono essere decisive per risolvere il problema dei profughi siriani e palestinesi ospitati in Giordania.

In conclusione il Re giordano ha augurato al Papa un pellegrinaggio “fecondo che possa portare pace”, perché “benedetti sono gli operatori di pace”.

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione