“Com’è essere papa? È divertente o noioso? Io penso sia divertente”. “Secondo te posso diventare papa?”. “Lo sai che è faticoso fare il papa? Tutta la terra sta parlando di te”. “Prepari la cena da solo?”. “Perché hai rinunciato a delle cose che per me sembrano importanti?”. “Ti chiedo se riesci a parlare con Gesù e gli chiedi come sta mia zia che è morta un anno fa”.
Sono solo alcune delle domande che i bambini di Roma hanno rivolto a papa Francesco all’indomani della sua elezione, avvenuta un anno e due mesi e mezzo fa. I loro disegni e i loro pensieri sono stati raccolti in un volumetto di 72 pagine, a cura della vaticanista Marinella Bandini.
34 anni, redattrice dell’agenzia di stampa Il Velino e collaboratrice del Giornale, Inside the Vatican e Korazym, la Bandini ha dato così alle stampe Ma fa caldo con la tuta bianca? Papa Francesco visto dai bambini (Tau Editrice, 2014), un’originale pubblicazione che rinnova una verità lunga duemila anni: “Se non ritornerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 18,3).
“Non è un libro ‘per bambini’ ma dei bambini e per tutti quelli che vogliono ascoltare”, spiega l’autrice nell’introduzione. Bambini che “aprono il loro cuore” al Papa e “lasciano intravedere le loro gioie e speranze, i loro affetti e anche i loro dolori (una malattia, la morte di una persona cara)”.
Nei loro disegni i bambini di Roma colgono tanti aspetti dell’attuale pontificato, talora filtrando ciò che apprendono dagli adulti o dai media ma, più spesso, con la spontaneità tipica di chi ha tra i 6 e i 10 anni.
A differenza dei grandi, i piccoli non vedono contrapposizioni ideologiche tra il papa emerito e il regnante. “Lo scorso papa anche lui era un uomo saggio, gentile e educato come il papa Francesco”, scrive Cecilia che, dopo aver visto i due pontefici pregare insieme, intuisce che Francesco “ha l’aria da papa come il suo precedente”.
Le fa eco Giulia: “Volevo molto bene al papa emerito Benedetto XVI ma sono pronta e sono sicura che ne vorrò anche a lui e poi nel mio piccolo sento che papa Francesco sarà un ottimo papa”.
C’è chi, come Marco, rievoca i primissimi momenti dopo il conclave e il latinorum del cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran: “Avemus papam… spero che si scriva così”.
Gli ormai inconfondibili “buongiorno”, “buonasera” e “buon pranzo” non lasciano indifferenti i piccoli fedeli. Per Matilde è segno che il papa è un uomo “educato”. Le sue “parole semplici” spingono Sofia a definirlo “l’arcobaleno che viene dopo la tempesta”. Leonardo lo accoglie come “un vecchio amico, come se lo conoscessimo da sempre e fosse uno di noi”. Tantissimi sono colpiti dal fatto che il Pontefice chieda di pregare per lui.
C’è poi la passione di papa Francesco per il calcio. “Caro papa è vero che in Argentina ti hanno dato la maglietta della tua squadra del cuore? Io tifo la Roma e mi piacerebbe avere la maglietta di Totti…”. Un altro gli domanda: “Che giocatore ti piace del San Lorenzo?”.
I bambini apprezzano l’amore del Papa verso i poveri. C’è chi lo raffigura già santo in Paradiso affianco al suo omonimo di Assisi: due figure identiche, in marrone il patrono d’Italia, in bianco il Pontefice…
Non sfugge loro la decisione di rinunciare alla vecchia papamobile, incastonata in una sorta di cartello di divieto stradale ed affianco, in verticale, il commento: “Il nuovo papa ha donato tutto ai poveri”.
In un altro disegno papa Francesco è affiancato da un bimbo di colore, cui dice: “che dio ti benedica”. “Io non sono bravo a disegnare, però ho voluto esprimere l’amore per il papa e i bambini poveri e penso che questo papa possa aiutare i bambini poveri”, commenta il piccolo ritrattista.
Tra i tanti teneri disegni spiccano vari comignoli della Sistina, il Papa affacciato al balcone, piazza San Pietro gremita di fedeli, persino un “superpapa” con il mantello, quasi un Nembo Kid in bianco.
“Leggendo il libro la cosa che più mi ha colpito è come i bambini colgano, nella loro immediatezza, l’essenziale”, scrive nella prefazione Lucio Brunelli, vaticanista e neodirettore di Tv2000.
I bambini non si intendono di questioni come “lo Ior, il sacerdozio delle donne, i matrimoni gay”, tuttavia, proprio per la loro mancanza di “filtri ideologici” sanno andare “alla sostanza delle cose”. Del resto, sottolinea Brunelli, “nel cristianesimo, a differenza di altre filosofie o religioni, le cose più tangibili, quelle che si vedono o si toccano, non sono quelle più superficiali o secondarie”.