La visita di papa Francesco in Terra Santa potrà portare “frutti di pace”, incoraggiando “tutti i responsabili e tutte le persone di buona volontà a prendere decisioni coraggiose”, in tal senso. Lo ha detto il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, in un’intervista rilasciata al Centro Televisivo Vaticano.
Spiegando i punti su cui il Santo Padre insisterà durante i suoi tre giorni di viaggio, il porporato si è soffermato sul “diritto di Israele di esistere e di godere di pace e di sicurezza all’interno di confini internazionalmente riconosciuti” e sul “diritto del popolo palestinese, di avere una patria, sovrana e indipendente, il diritto di spostarsi liberamente, il diritto di vivere in dignità”.
Parolin ha anche sottolineato “il riconoscimento del carattere sacro e universale della città di Gerusalemme, della sua eredità culturale e religiosa, quindi, come luogo di pellegrinaggio dei fedeli delle tre religioni monoteiste”.
Il Segretario di Stato Vaticano ha espresso l’auspicio che l’incontro tra papa Francesco e il patriarca Bartolomeo ravvivi la “fiamma” del cammino ecumenico catto-ortodosso inaugurato 50 anni fa dai loro predecessori, Paolo VI e Atenagora.
“Dovrebbe esserci quest’anima di entusiasmo e questa passione per l’unità che è stata l’ardente preghiera di Gesù nel Cenacolo, prima della sua Passione e Morte”, ha detto Parolin.
L’imminente pellegrinaggio del Papa, ha proseguito il cardinale, “sarà un momento di gioia e di conforto per tutti i cristiani che vivono in Terra Santa” e metterà in luce “due cose: che questi cristiani sono pietre vive e che senza la loro presenza la Terra Santa e gli stessi Luoghi Santi rischiano di trasformarsi in musei, come diciamo spesso”.
La loro presenza, infatti, “assicura che lì ci sia una comunità cristiana viva e una presenza viva del Signore risorto” ed il “ruolo fondamentale” che i cristiani di tutto il Medio Oriente hanno nei rispettivi paesi.
“Vogliono mettersi sinceramente a disposizione dei loro concittadini per costruire insieme una patria libera, giusta e democratica”, ha quindi concluso Parolin. (L.M.)