Fare della nostra cultura un volano economico imbattibile per rilanciare il paese: si può attraverso il Metodo Italia, un modello di sviluppo sperimentato e collaudato negli ultimi cinque anni, che punta a sfruttare l’immenso patrimonio culturale nostrano e il suo consolidamento per creare nuova produttività e nuova occupazione per i giovani.

È quanto annunciato durante la conferenza stampa di ieri mattina presso l’Associazione Stampa Estera a Roma, alla quale hanno partecipato oltre al Rettore dell’Università Europea di Roma, Padre Luca Maria Gallizia LC, il Presidente dell’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa, Giuseppe Guzzetti, il presidente dell’Associazione Stampa Estera, Albert van Aalderen e il direttore del Centro Studi Heritage e Territorio dell'Università Europea di Roma, Renata Salvarani.

Questa metodologia di valorizzazione, nata dalla collaborazione tra il Centro Studi Heritage e Territorio dell’Università Europea di Roma, enti territoriali e fondazioni bancarie tra cui la Fondazione Cariplo, pone ora la sfida di essere replicata in altri contesti diversi: le esperienze realizzate nell’ultimo quinquennio fino ad oggi hanno offerto risultati positivi, dimostrando come attorno ai beni culturali si possa avviare processi economicamente sostenibili e favorevoli all’occupazione.

Frutto di queste esperienze sono i distretti culturali, il bando Funder 35, giunto alla seconda edizione, a sostegno delle imprese culturali non profit gestite da giovani sotto i trentacinque anni; il progetto Innovazione Tecnologica con il lancio del bando per la creazione di nuove imprese culturali tra i giovani.

Da sempre l’arte e la cultura sono stati uno dei settori tipici ai quali erano destinate parte delle risorse delle Casse di Risparmio, come ha ricordato il presidente Giuseppe Guzzetti; ma se una volta l’impegno era finalizzato esclusivamente al recupero del patrimonio per renderlo nuovamente fruibile, la strategia si è ora radicalmente modificata: “se queste iniziative non si fossero collocate all’interno di altre iniziative legate al territorio, sarebbero state poco efficaci”, mentre il segreto è quello di mirare “non ad un intervento su un singolo bene, ma sul bene collocato nel territorio: si parla di beni culturali integrati”, ha spiegato Guzzetti.

È in questo modo che, in forma di partenariato locale, sono stati coinvolti ben centocinquanta enti pubblici e privati per i Distretti culturali. Un’iniziativa unica in Italia che, attraverso un piano pluriennale, ha dato vita a sei aree di valorizzazione del patrimonio e di offerta culturale in Lombardia: una di queste, il Distretto “Le Regge dei Gonzaga” raccoglie l’eredità del casato nobiliare che ha dominato sul territorio di Mantova per quattro secoli.

Ricerca, creazione di database open access, tecnologie di diagnostica e conservazione a basso impatto e a basso costo, interventi di recupero, coinvolgimento di enti e associazioni e monitoraggio periodico delle ricadute sugli effetti delle economie locali, sono i passaggi che caratterizzano la metodologia messa a punto dal Centro Studi Heritage; l’intera esperienza di studio è stata condensata nel manuale per operatori e studiosi Catalogazione dei beni culturali per la valorizzazione del territorio, e resa disponibile online.