Possiamo trasmettere e vedere immagini, sentire suoni, leggere notizie in tempo reale. Possiamo connetterci in qualsiasi momento con persone che vivono ai confini del pianeta, e se ci fossero altri pianeti abitati potremmo connetterci e parlare anche con loro.Possiamo sapere esattamente dove ci troviamo anche se è un posto sconosciuto, muoverci nei luoghi in cui non siamo mai stati e disporre di una mappa precisa per raggiungere gli ambienti più impensati.
Insomma siamo in pieno “Rinascimento tecnologico”. Ma dove sta l’uomo del Rinascimento?
A questo proposito, San Giovanni Paolo II disse: “Esaminando la situazione dell’umanità è forse eccessiva parlare di crisi della civiltà? Scorgiamo grandi progressi tecnologici, ma questo non sempre sono accompagnati ad un grande progresso spirituale e morale”.
Lo strumento tecnologico è potente ma ciò che serve è un progetto che cambi la finalità e la sostanza dell’informazione. I tempi che viviamo appaiono infatti duri. Se si guardano le prime pagine dei quotidiani, dei telegiornali, o si ascoltano i radiogiornali, le prime notizie trattano sempre di scandali, arresti, morti, uccisioni, disastri…
Di fronte al male che miete tante vittime si reagisce con altro male: tutti cercano i colpevoli con una forte tendenza alla vendetta, come in una forma di giustizialismo in cui è sufficiente allargare il numero delle vittime da sacrificare per poter risolvere i problemi. Ma come ha scritto il Mahatma Gandhi “occhio per occhio… ed il mondo diventò cieco!”
Ma i media possono essere utilizzati anche diversamente, diventando magari veicolo di quella “cultura dell’incontro” tanto auspicata da papa Francesco. Non a caso, nel suo Messaggio per la Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, il Pontefice ha precisato che i media possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri, a farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana che spinge alla solidarietà e all’impegno serio per una vita più dignitosa.
“Comunicare bene ci aiuta ad essere più vicini e a conoscerci meglio tra di noi, ad essere più uniti – scrive il Santo Padre – I muri che ci dividono possono essere superati solamente se siamo pronti ad ascoltarci e ad imparare gli uni dagli altri. Abbiamo bisogno di comporre le differenze attraverso forme di dialogo che ci permettano di crescere nella comprensione e nel rispetto. La cultura dell’incontro richiede che siamo disposti non soltanto a dare, ma anche a ricevere dagli altri”.
“I media – sottolinea ancora papa Bergoglio – possono aiutarci in questo, particolarmente oggi, quando le reti della comunicazione umana hanno raggiunto sviluppi inauditi. In particolare internet può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, è un dono di Dio”.
E’ un dono finalizzato a fare però del bene. Per sconfiggere la “cultura dello scarto” il Papa ha rilevato che bisogna comportarsi come il buon samaritano. Se la parabola fosse stata ambientata ai giorni nostri, i giornali e gli opinionisti si sarebbero subito messi a cercare il sacerdote ed il levita che non si sono fermati a soccorrere il ferito, e meno spazio sarebbe dato all’opera di carità fraterna del buon samaritano.
“Oggi, noi corriamo il rischio che alcuni media ci condizionino al punto da farci ignorare il nostro prossimo reale”, commenta infatti papa Francesco.Per questo motivo, afferma nel suo Messaggio, “non basta essere connessi: occorre che la connessione sia accompagnata dall’incontro vero”. E anche che “la rete digitale può essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili ma di persone umane”.
Il Papa auspica allora che “la nostra comunicazione sia olio profumato per il dolore e vino buono per l’allegria. La nostra luminosità non provenga da trucchi o effetti speciali, ma dal nostro farci prossimo di chi incontriamo ferito lungo il cammino, con amore, con tenerezza”. Ed esorta a non avere timore di diventare cittadini dell’ambiente digitale perché “anche grazie alla rete il messaggio cristiano può viaggiare «fino ai confini della terra» (At 1,8)”.
Per Francesco, inoltre, la rivoluzione dei mezzi di comunicazione e dell’informazione “è una grande e appassionante sfida, che richiede energie fresche e un’immaginazione nuova per trasmettere agli altri la bellezza di Dio”.
I suggerimenti del Vescovo di Roma, insieme alle indicazioni su come utilizzare gli strumenti telematici per diffondere la buona notizia saranno oggetto delle riflessioni e delle discussioni del primo Meeting “Pellegrini nel Cyberspazio” che si svolgerà a Grottammare (AP) dal prossimo 12 al 14 giugno.
Il Meeting è promosso dall’Ancora On-line, dalla FISC – Federazione Italiana Settimanali Cattolici, dal SIR – Servizio Informazioni religiose, dall’Ordine dei Giornalisti delle Marche e dalla nostra redazione di ZENIT. Agli operatori della comunicazione che parteciperanno al Meeting verranno rilasciati 6 crediti formativi dall’Ordine dei Giornalisti.
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Per maggiori informazioni: http://www.fisc.it/fisc/allegati/1829/Depliant%20Meeting%20Pellegrini%20nel%20Cyberspazio.pdf
Per le collocazioni logistiche e l’iscrizione http://www.fisc.it/fisc/allegati/1829/Pellegrini%20nel%20cyberspazio%20iscrizione.pdf
Per partecipare ai concorsi: http://www.fisc.it/fisc/allegati/1829/Regolamento%20concorso%20giornalistico.pdf