La Manif Pour Tous Italia rivolge i riflettori sull’introduzione dell’ideologia gender nelle scuole italiane. Come si legge in un comunicato diffuso dall’organizzazione nelle scorse ore, “le notizie che da tempo si rincorrono sui media ci dicono che un grande cambiamento è in atto nel campo dell’educazione e non solo”.
“Il fatto nuovo è l’irruzione dell’ideologia del gender in ogni ambito, ma soprattutto nella scuola, in seguito all’adozione, ad opera dell’allora ministro Fornero, della “Strategia Nazionale” per la lotta alle discriminazioni tra cui quella relativa all’ orientamento sessuale e l’identità di genere, con l’alibi di eliminare il fenomeno del bullismo”, si legge ancora.
La Manif Pour Tous Italia, dal momento in cui è stato approvato alla Camera il disegno di legge Scalfarotto ha cercato di approfondire il significato di questa “nuova visione dell’uomo” che si va affermando “nei vari campi della vita sociale e civile, accompagnata da proposte legislative che paiono indirizzate a silenziare ogni motivato dissenso verso di essa”.
Visione dell’uomo che rimanda l’identità sessuale a scelte soggettive, basate su una propria percezione, tanto da ridurre la differenza dei due sessi a mero pregiudizio.
Per suscitare una discussione su tutto questo, rivolgendosi a genitori, insegnanti, studenti, la società tutta, la Manif Pour Tous Italia ha organizzato a Firenze, il 29 Maggio prossimo, presso l’Auditorium della Regione Toscana, un convegno dal titolo: L’ideologia gender all’attacco delle libertà di educazione e di espressione.
“Si tratta – si legge nel comunicato – di un’occasione importante per approfondire questi temi sotto il profilo scientifico, educativo-didattico e giuridico, alla quale interverranno: Massimo Gandolfini, neuropsichiatra, Laura Boccenti, dirigente scolastico, Mario Adinolfi, giornalista e blogger, Alfredo Mantovano, magistrato. Modererà gli interventi il giornalista fiorentino Enrico Nistri”.
In particolare, saranno affrontate le problematiche sollevate dal progetto Omofobia, transfobia e bullismo, rivolto ai ragazzi della scuola primaria e secondaria, finanziato dalla Regione Toscana e realizzato con il supporto di varie associazioni LGBTI.
“Se è pacifico che la scuola debba educare al rispetto di ogni persona combattendo tutte le forme di violenza e di ingiusta discriminazione – conclude il comunicato -, comprese quelle nei confronti delle persone omosessuali, molte perplessità sono sorte riguardo a questi progetti da parte di varie associazioni di genitori per il (fondato) sospetto che tali iniziative siano uno strumento per ‘educare’ le giovani coscienze dei nostri bambini e dei nostri ragazzi alla suddetta ideologia ‘gender’ senza neppure tenere conto del parere dei genitori”.