Gli ispanici nella Chiesa Cattolica

Due studi fanno luce sulle tendenze attuali

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Il crescente numero di ispanici nella Chiesa Cattolica americana ha portato molti nuovi fedeli ma pone anche significative sfide. Lo confermano due recenti studi.

Il primo, pubblicato dal Boston College, sottolinea che gli ispanici rappresentano già 31,2 milioni dei 71,8 milioni di cattolici statunitensi. Vi sono 4.368 parrocchie cattoliche, quasi una su quattro del totale nazionale, dove almeno uno dei ministri è ispanico.

Commentando il rapporto, Hosffman Ospino, professore assistente della Boston College School of Theology and Ministry, sottolinea anche la crescente secolarizzazione degli ispanici.

“Solo il 3% dei figli degli ispanici cattolici frequenta scuole cattoliche e sempre meno ispanici sotto i 30 anni frequentano la Chiesa. Corriamo il rischio di perdere un’intera generazione di cattolici”, ha detto il docente.

Le parrocchie che dispongono di alcune tipologie di strutture formali per i cattolici ispanici sono divise in 172 diocesi, con una media di circa 72mila cattolici ispanici.

Uno dei principali punti del dossier è che bisogna fare molto di più per le loro esigenze e per assicurare un maggior numero di sacerdoti e di leader pastorali ispanici.

Se da un lato gli ispanici contano per il 70% della crescita della popolazione cattolica negli Stati Uniti sin dal 1960, il numero di parrocchie con sacerdoti ispanici non ha tenuto il passo con questo aumento.

Lo studio ha anche rilevato che le parrocchie con ministri ispanici, delle quali il 61% è situato nel Sud e nell’Ovest degli Stati Uniti, dispongono di meno risorse rispetto ad altre parrocchie. Nelle parrocchie frequentate da ispanici cattolici servono più risorse, afferma il rapporto.

La questione delle risorse conta anche per ciò che Ospino rimarca nelle sue note in merito al basso livello dei figli degli ispanici nelle scuole cattoliche. Lo studio osserva che più ampio è il numero di ispanici nelle parrocchie, meno probabile è avere o condividere responsabilità per una scuola.

Lo studio spiega che l’etichetta di “ispanici” copre un’ampia gamma di nazionalità. Circa il 64,5% degli ispano-americani hanno radici messicane ma vi è anche un alto numero di portoricani e cubani, assieme ad immigrati da molti paesi sudamericani. Circa il 61% del totale sono nati negli Stati Uniti.

La popolazione ispanica è mediamente più giovane – l’età media è di 27 anni – della media nazionale della popolazione e circa il 59% sono cattolici.

Le informazioni che emergono dai sondaggi parrocchiali rivelano che le parrocchie con sacerdoti ispanici hanno una più alta frequenza a messa, con una media di 1000 parrocchiani per weekend, contro i 750 delle altre parrocchie.

Comunque, in media, le parrocchie con ministri ispanici hanno celebrato 82 battesimi in spagnolo e 36 in inglese.

Un rilevante aspetto dei sondaggi è che solo il 10% dei leader pastorali percepiscono i parrocchiani ispanici come pienamente integrati nella parrocchia. Le risposte complessive alla voce “minimamente” o “niente affatto integrati” supera il 50% delle risposte totali.

Secondo lo studio, un altro argomento che necessita una soluzione è il tema delle credenziali dei laici cattolici ispanici che lavorano in programmi pastorali e di formazione alla fede nelle parrocchie. Essi richiedono un alto livello di formazione da avere le qualifiche per essere ingaggiati in posizioni di leadership pastorale.

Il secondo studio, intitolato The Shifting Religious Identity of Latinos in the United States (La mutevole identità religiosa dei latini negli Stati Uniti) è stato pubblicato dal Pew Research Center.

In primo luogo, la maggioranza degli ispanici (55%) si identifica ancora come cattolica. Circa il 22% sono protestanti e il 18% sono senza affiliazione religiosa.

Un precedente sondaggio condotto dal Pew nel 2010, rilevava che il 67% degli ispanici si identificavano come cattolici, pertanto in breve tempo questa percentuale è bruscamente diminuita.

Questo declino, commenta lo studio, è in linea con i cambiamenti dell’America Latina, dove vi è stato un significativo incremento del numero di protestanti e di persone senza affiliazione religiosa.

I cambiamenti nell’identità religiosa degli ispanici negli Stati Uniti si riscontrano nell’intero spettro della popolazione, coinvolgendo sia i nati in America che gli immigrati e i diversi livelli di educazione.

Ciò accade, comunque, in primo luogo tra gli ispanici adulti sotto i 50 anni. Tra i più giovani – di età tra i 18 e i 29 anni – il trend è decisamente quello di un allontanamento dal cattolicesimo verso la mancata affiliazione religiosa. Dei compresi tra i 30 e i 49 anni, la fuga è equamente divisa tra chi va verso i gruppi protestanti e chi non vuole appartenere ad alcuna chiesa.

Entrambi gli studi sottolineano l’importanza degli ispanici per la Chiesa Cattolica statunitense e rivelano anche la grande sfida per la Chiesa nell’affrontare adeguatamente questi sostanziali cambiamenti demografici.

[Traduzione dall’inglese a cura di Luca Marcolivio]

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Fr. John Flynn

Australia Bachelor of Arts from the University of New South Wales. Licence in Philosophy from the Pontifical Gregorian University. Bachelor of Arts in Theology from the Queen of the Apostles.

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