"Il tuo cuore è ballerino o fisso nello Spirito Santo?"

Durante l’omelia a Santa Marta, papa Francesco rievoca San Paolo e la sua fermezza in Cristo, anche di fronte allincomprensione e alla persecuzione

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Quando si fa evangelizzazione è importante prestare attenzione ai movimenti del nostro cuore. Lo ha detto papa Francesco durante l’omelia di stamattina alla Casa Santa Marta, menzionando in particolare la prima lettura odierna (At 14,5-18), in cui San Paolo mostra un “cuore fermo ma in continuo movimento” e la sua fermezza è tutta radicata nello Spirito Santo.

Nelle sue peregrinazioni l’Apostolo delle Genti scampa la morte ad Icònio. Poi, senza perdersi d’animo, prosegue il suo cammino verso la Licaònia, dove, assieme a San Barnaba, guarisce un paralitico: è in questa circostanza che i due vengono scambiati dalla gente del posto per due dèi greci scesi in terra, per l’esattezza Zeus ed Hermes, facendo “fatica per convincerli che erano uomini”, ha sottolineato il Papa.

Anche noi, come Paolo, ci ritroviamo spesso a vivere vicende “che ci muovono da una parte all’altra” ma, come il santo di Tarso “abbiamo chiesto la grazia di avere il cuore fisso”.

Paolo “per non lamentarsi di quella persecuzione andò a cercare in un’altra città”: lì inizia a predicare, a guarire ed anche a “calmare questa gente entusiasta che voleva fargli un sacrificio”.

Infine l’Apostolo proclama “che c’è un solo Dio, con il linguaggio culturale loro”: tutto questo, ha ribadito il Pontefice, può venire solo da un “cuore fisso nello Spirito Santo” che è un “dono che Gesù ha mandato”.

Se ognuno di noi vuole trovare “fermezza” nella propria vita deve “andare da Lui”, da Cristo che è “nel nostro cuore” e che noi “abbiamo ricevuto nel Battesimo”.

Lo Spirito Santo, ha proseguito il Papa, ci dà “forza” e “fermezza per andare avanti nella vita fra tante vicende”. Dello Spirito, Gesù ci dice due cose: “Vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò”.

Attualizzando le letture odierne, il Santo Padre ha domandato: “com’è il mio cuore?”. Esso può essere “sempre in movimento”, simile a un “ballerino” o a una “farfalla”, spaventarsi ed aver “paura di dare testimonianza di Gesù Cristo”.

Dobbiamo quindi chiederci a quale “tesoro” il nostro cuore sia attaccato, se sia “fisso nelle creature”, “nei problemi che tutti abbiamo” e “negli dei di tutti i giorni”, oppure se sia “fisso nello Spirito Santo”.

Assieme a ciò, è anche opportuno “fare memoria di tante vicende che noi abbiamo ogni giorno: a casa, nel lavoro, con i figli, con la gente che abita con noi, con i compagni di lavoro, con tutti”.

In definitiva, “l’unico che dà fermezza al nostro cuore è lo Spirito Santo”; inoltre Gesù ci ha lasciato “questo Spirito di fortezza, di consiglio, che ci aiuta ad andare avanti in mezzo, andare avanti fra le vicende di tutti i giorni”.

In conclusione, papa Francesco ha proposto l’esercizio di “domandarci com’è il nostro cuore: è fermo o no? E se è fermo, dove si ferma? Nelle cose o nello Spirito Santo? Ci farà bene!”.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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