Guardiamoci attorno! C’è un mare di corruzione, ammantato da un materialismo sfrenato e poi tante violenze; guerre; ruberie; molteplici massacri che interessano le persone più deboli e indifese; insoddisfazioni; nuove povertà; leggerezze comportamentali; artifizi comunicativi; paure costruite a tavolino; sfiducie tra i giovani; tentativi d’imporre al mondo una sola cadenza del cuore ed un pensiero unico per tutti. Qualcuno mi potrebbe dire che ci sono anche tantissime cose belle e che, in ogni momento della storia umana, l’uomo si è trovato ad avallare periodi non coerenti con i valori della pace, della giustizia, dell’amore per il prossimo. Per quel che mi riguarda, un tale ragionamento, rappresenta l’ennesimo tentativo di autoassolversi e soprattutto di mettere in conto, con leggerezza e rassegnazione, che la natura umana debba, comunque, convivere con periodi interiori ed esteriori di bassa qualità. È questa la sconfitta più atroce dell’uomo, capace di legarsi solo alla storia nei suoi aspetti visibili, tralasciando l’invisibile del cielo che è dentro di lui. È il superamento della prigione materiale che rende infallibili le cose terrene, permettendo ad ogni essere umano di riuscire a misurare la sintonia che avvolge, per natura, il percettibile con l’inavvertibile. Noi cristiani non possiamo barare con noi stessi e soprattutto non possiamo pensare di attirare consenso attorno al messaggio cristiano, trasformandoci in cultori del relativismo storico che vende una felicità occasionale, per lasciarci poi nel buio più completo.
A tal proposito vi voglio far riflettere su alcune parole di mons. Costantino Di Bruno, che sembrano in apparenza molto dure e quasi impossibili ad essere attuate. Se prendiamo però il vangelo scopriremo che, quanto detto, è solo il riverbero del messaggio del Figlio dell’Uomo, da noi camuffato in mille scorciatoie. I risultati, purtroppo, sono davanti ai nostri occhi! Ecco il passo citato: ”Chi vuole camminare con il suo Dio, deve sapere una cosa sola: Dio, nella sua grande misericordia, nella sua onnipotenza creatrice, è il suo presente e il suo futuro, è la sua vita del corpo e dello spirito. Senza questa scienza, che perennemente deve trasformarsi in fede, nessun cammino sarà mai possibile, a causa della storia che è l’antiscienza e l’antifede. La storia è morte, Dio è vita. La storia è sterilità, Dio è fecondità. La storia è carestia, Dio è abbondanza. La storia è siccità spirituale e fisica, Dio è sorgente di acqua perenne…”. Dio vuole educare il suo popolo a questa visione della fede purissima e come ricorderete lo inoltra in un deserto inospitale, dove regna solo il niente assoluto. Qui il suo popolo imparerà che è Lui il tutto di ognuno. Ciò vale per il cristiano di oggi che, attraverso Cristo, ha potuto constatare come l’Obbedienza assoluta al Padre, nella vera fede, è superamento del niente ed ogni cosa, di cui si avrà bisogno, si otterrà in sovrappiù. Il cuore così conoscerà la libertà che ha radice nel cielo! Non dipendere da quanto ci circonda non significa fuggire dalla realtà, ma vivere nella giusta dimensione interiore e comportamentale. Necessità tuttavia aderire alla vita sociale con la coscienza attiva, sicuri della sua provenienza divina, strumento di redenzione personale e per l’intera comunità.
Aggiunge il sacerdote: “Anche noi cristiani spesso vediamo solo la storia. Essa ci incanta, ci ipnotizza, ci ammalia, ci svuota della fede. La storia è una vera sanguisuga che divora la nostra fede in Dio e lascia vuoto il nostro spirito. A causa della visibilità neghiamo l’invisibilità…”. Spesso crediamo in Dio, ma pensiamo che sia incapace di ogni cosa di cui contiamo ci fosse bisogno. Cadiamo e ci perdiamo in un deserto spirituale e materiale, che riusciamo a camuffare con i colori scintillanti delle nostre vernici e i nostri pennelli di setola pregiata. Non vediamo Dio, ne parliamo, ma i nostri occhi si spengono sotto i riflettori potenti della storia umana. Siamo capaci, da credenti, ad avere sempre occhi nuovi, veri, capaci di vedere la misericordia divina e la sua onnipotenza, ovunque? Quando ci sentiamo perduti dinnanzi ai problemi quotidiani, che ci affliggono senza individuare alcuna soluzione, riusciamo a far diventare la nostra fede più forte e sicura? O pensiamo di esseri soli e sfortunati, affidandoci magari ad un venditore di illusioni? È in questi momenti che si misura il nostro legame con Dio, in cui ci viene richiesta una somma prudenza e perenne obbedienza. Le nostre azioni saranno un boomerang, se non rette da una vera fede nella volontà del Padre, ma catturate dal pensiero pagano che, in ogni caso, Dio ci salverà! La tentazione contro Dio non salva, ma la fede nella Sua obbedienza risolve ogni cosa, perché non vede solo la storia. Leggo nell’Esodo: …tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà”.
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