Un paese smarrito e la speranza di un popolo

Presentato a Roma l’Appello politico agli italiani dell’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân

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Nella storica cornice del seicentesco Palazzo Altieri è stato presentato a Roma l’Appello politico agli italiani dell’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân sulla Dottrina Sociale della Chiesa, disponibile da qualche giorno in libreria (Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa, Un Paese smarrito e la speranza di un popolo. Appello politico agli italiani, Cantagalli, Siena 2014, Pp. 88, Euro 6,00).

Introdotta dal giornalista Antonio Polito – direttore del Corriere del Mezzogiorno – la serata ha visto intervenire quali ospiti d’eccezione il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e il Segretario generale della CISL, Raffaele Bonanni, oltre al presidente dell’Osservatorio, l’Arcivescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi.

A prendere la parola per primo è stato proprio Polito che si è detto “molto colpito dalla qualità intellettuale del testo dell’appello”, definendolo “un fatto importante” nell’attuale panorama del dibattito culturale politico. Secondo l’ex editorialista del Corriere della Sera, l’articolata proposta dell’Osservatorio farà riflettere più di un osservatore e “germinerà qualcosa” a livello pratico. In effetti, l’appello non si presenta come l’ennesimo, generico documento meramente esortativo ai buoni sentimenti ma reca “un analisi molto severa sul ruolo dei cattolici in politica” che, mentre fa il punto della storia del laicato organizzato degli ultimi vent’anni (la Seconda Repubblica), denuncia anche con vigore che in questo arco di tempo si è drammaticamente “frammentata” la “visione unitaria del bene comune” che tiene insieme gli stessi cattolici determinando un’evanescenza culturale che oggi è sotto gli occhi di tutti.

Sulla stessa linea il breve intervento di Giuseppe De Lucia Lumeno, segretario generale dell’Associazione nazionale fra le banche popolari che ha ospitato l’evento, il quale, dopo aver lamentato che, più che il tempo della speranza, sembra di vivere quello de L’urlo di Munch (il celebre dipinto espressionista che simbolicamente segna, almeno a livello figurativo, l’apogeo e insieme la crisi della civiltà moderna) si è augurato che il testo dell’Osservatorio faccia non solo pensare e interrogare i politici ma anche agire.

Da parte sua Carlo Costalli – presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) – annunciando l’adesione dell’associazione alle proposte del testo, ha aggiunto – facendo eco alle parole di Polito – con espresso riferimento ai cristiani impegnati in politica, che “quello che si agita nel mondo cattolico negli ultimi tempi è sempre meno” e che la stessa comunità dei credenti, soggettivamente “fragile”, si trova spesso “sedotta dal pensiero debole” presentandosi come incapace di elaborare pubblicamente una propria visione dell’uomo e della società.

A seguire è intervenuto monsignor Crepaldi che – ricordando la figura del compianto cardinale vietnamita a cui è intitolato l’Osservatorio che nel 2014 compie dieci anni di vita – ha specificato subito che un Vescovo, pur non facendo politica, ha a che fare con l’appello “perché l’orizzonte del documento [oltre al codice di Camaldoli del luglio 1943, da cui prende idealmente spunto] è la Dottrina sociale della Chiesa”.

Prevenendo poi le domande sul perché di questa iniziativa proprio in questa particolare stagione storica, Crepaldi ha spiegato che “è un senso di responsabilità verso il Paese che ha spinto l’Osservatorio a proporsi come una voce di speranza” e d’impulso allo stantio dibattito attuale. Ne deriva che l’appello “ha la pretesa di essere una proposta organica con delle scelte molto chiare” e dunque c’è da aspettarsi che “non andrà bene per tutti”.

Da parte loro, però, i due ospiti d’eccezione presenti, Bonanni e Alfano, hanno raccolto positivamente l’invito al confronto. Per il segretario generale della CISL – che ha ricordato come l’Italia sia l’unico Paese dei grandi dell’OCSE che non cresce ormai da diversi anni – la convergenza è sul fatto che la crisi “è anche morale e spirituale” e quindi vada ben oltre la mera dimensione politica o, peggio ancora, tecnocratica.

Oggi “mancano energie nel Paese” e queste si possono ritrovare solo a partire da processi ed esperienze che nascono prima e comunque fuori del confronto elettorale. In merito alla discussione sempre ricorrente sul partito unico dei cattolici, Bonanni si è detto poi scettico sulle sue reali possibilità di aggregazione (d’altronde il tono complessivo dell’appello è su ben altre prospettive) ribadendo che la soluzione sta invece in una maggiore e più convinta “testimonianza personale controcorrente da parte dei cattolici” giacché vi è un “populismo che ha invaso ogni campo della vita civile” che, se dovesse aumentare ulteriormente i suoi consensi, come sembra, vi è il rischio concreto di un’ulteriore drammatizzazione dello scenario politico e sociale. Insomma, se “il luogocomunismo oggi spopola” per sconfiggerlo serve una rinnovata testimonianza di coerenza di fede come di vita: “il protagonismo civile rinasce [solo] attraverso l’impegno di ciascuno”.

Di differente tenore l’intervento di Alfano che, definendo la ricostruzione della recente vicenda storica dei cattolici italiani nell’appello “molto veritiera”, ha invece sottolineato la centralità del valore della persona umana che emerge dalle proposte dell’Osservatorio, cosa che – insieme al richiamo alla politica, e non all’anti-politica oggi in voga – contribuisce a fare dell’appello un testo davvero “coraggioso”. Riprendendo poi in parte lo spunto di Bonanni sul populismo, il Ministro dell’Interno ha spiegato che oggi, a suo avviso, il vero bipolarismo italiano  è nelle piazze e sui social network tra il “partito della rabbia” – che spinge per il ‘tanto peggio tanto meglio’ a livello sociale e istituzionale, costi quello che costi  – e “il partito della speranza” che crede invece che l’Italia, come tante altre volte nei momenti di crisi, possa riuscire a farcela ancora facendo leva sulle sue riserve migliori.

È l’Italia dei volontari della Caritas e dell’associazionismo cattolico che viene in soccorso di tanti sfortunati, dei ragazzi che studiano e lavorano sodo per costruirsi un futuro, delle famiglie che reggono nonostante tutto come rete di mutua solidarietà e accoglienza. Se questa è l’Italia reale e dunque rappresentativa dell’importanza delle sfide sulla vita, la famiglia, la tenuta dei corpi intermedi e la pratica della sussidiarietà, “non serve un partito dei cattolici” ma dei partiti – chiunque siano – che difendano operativamente questi valori fondamentali. In conclusione del suo intervento Alfano – guardando alle prossime elezioni per l’Europarlamento – ha poi aggiunto che se è indubbio che l’Europa è in crisi e che né la moneta né il mercato unico sono riusciti veramente a unire i popoli, tuttavia va anche ricordato che – per la prima volta nella storia da quando c’è l’Unione Europea, prima ancora la CEE – il continente non ha conosciuto più né guerre né conflitti bellici.

Commentando a sua volta gli interventi di Alfano e Bonanni, Crepaldi ha aggiunto infine che “l’obiettivo dell’appello non è fare un partito, ma superare la frammentazione interna per cui oggi i cattolici sono incapaci di fare una proposta organica e responsabile” come cittadini e come cattolici insieme. Si spera ora che nei prossimi mesi le numerose proposte dell’appello – variegate e molto concrete, dal riconoscimento effettivo della piena libertà di educazione prevista dalla Costituzione e mai attuata alla privatizzazione della RAI – vista la posta in gioco e l’entità della crisi in corso, dentro e fuori il mondo cattolico, vedano un dibattito il più ampio e trasversale possibile.

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Omar Ebrahime

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