In occasione del 20° anniversario dell’Anno Internazionale della Famiglia, monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia ha ricordato che la famiglia “non solo ‘conta’ ma è davvero al cuore dello sviluppo umano, indispensabile e insostituibile, e al tempo stesso bella ed accogliente”.
Il presule è intervenuto ieri alle Nazioni Unite al congresso sul tema The Family at the Heart of Human Development, sottolineando quanto la famiglia sia “una risorsa preziosa” ed “una incomparabile fonte di vita per gli aspetti spirituali, affettivi, generativi e di servizio agli altri dell’esistenza umana”.
La famiglia, ha proseguito monsignor Paglia, è un “fenomeno sociale unico” che dura nel tempo e che combina “due tipi di relazioni caratterizzati da radicali differenze: l’essere maschio e femmina e l’essere genitore e figlio”.
Lontana dagli assiomi dell’individualismo e da una nozione di eguaglianza e di diritti di tipo “quantitativo”, la famiglia vive di una “reciprocità asimmetrica”, ovvero di differenze tra i suoi membri che sono “qualitative e irriducibili”.
La famiglia è una vera e propria scuola di educazione all’“alterità” che non potremo mai trovare, quando cerchiamo “soltanto qualcuno che è come noi”: in tal caso la nostra vita si riduce a “una grande sala degli specchi, una cassa di risonanza”.
Quanto alla famiglia come fattore di “sviluppo”, Paglia ha sottolineato come nelle culture dove le relazioni maschio/femmina e genitore/figlio non presentano sufficienti livelli di integrazione, “lo sviluppo è più difficile”.
Poco prima dell’avvento dell’era cristiana fu Cicerone a riconoscere nella famiglia il “principium urbis et quasi seminarium rei publicae”, ovvero “principio della città” e “terreno fertile per la repubblica”.
Senza la capacità di auto-organizzazione da parte della famiglia, ha aggiunto monsignor Paglia, “lo sviluppo della società come la conosciamo, sarebbe stato quasi impossibile”.
Se da un lato, nel corso dei secoli, la famiglia si è “purificata” da idee come la “possessione” e da certe storture disegualitarie, dall’altro non è pensabile abrogare “certe caratteristiche che sono state sempre identificate con la famiglia e con il rispetto della dignità di ogni individuo”.
È stato papa Francesco, nel suo recente messaggio alle Nazioni Unite, a ribadire i principi della sacralità della vita “dal concepimento alla morte naturale” e della protezione della famiglia come “elemento essenziale di ogni sviluppo economico o sociale”, in antitesi alla “economia dell’esclusione”, della “cultura dello scarto” e della “cultura della morte”.
Il rischio opposto all’individualismo, sottolineato da monsignor Paglia è quello del “familismo”, fenomeno per il quale la famiglia viene concepita come avulsa dalla società, in contrapposizione ai principi della comunità, diventando così scenario di abusi “amorali”.
Numerosi sono gli elementi di crisi della famiglia nella società di oggi: l’incremento dei divorzi, delle nascite fuori dal matrimonio e delle famiglie monoparentali, la diminuzione dei matrimoni, con la conseguenza di “anomalie demografiche”, di “fallimenti educativi e della socializzazione”, fino all’abbandono degli anziani e alla diffusione di “disturbi che portano alla violenza”.
Ciononostante, tali elementi di crisi della famiglia “possono essere anche un’opportunità di crescita”, ha aggiunto il presule. Tutto dipenderà da quanto sapremo essere “più attenti al più profondo desiderio degli uomini e delle donne d’oggi”.
Serve, in altre parole, una famiglia che sappia “comprendere di più se stessa, più rispettosa dei legami con ciò che la circonda, più attenta alla qualità delle sue relazioni interne, più capace di vivere in armonia con altre famiglie”.
Nonostante le famiglie siano in numero minore che in passato, “non esiste luogo migliore della famiglia per la completa umanizzazione di chi vive in questo mondo”. Con i suoi difetti e limiti, essa rimane “il luogo del mistero della vita e della storia”.
È anche per questo che “la Chiesa Cattolica, da parte sua, non smetterà mai di sostenere ed assistere la famiglia” e che papa Francesco, “consapevole della sua indispensabilità e del suo dinamismo”, ha convocato un Sinodo sulla Famiglia, mettendola “al centro della Chiesa e di tutta l’umana riflessione”.
Al Sinodo non ci sarà posto per “dibattiti ideologici” ma, piuttosto, per “una considerazione della realtà della famiglia oggi e della sua missione nella società contemporanea”, nell’intento di trovare una connessione virtuosa tra “la famiglia” e “la famiglia dei popoli”, ha quindi concluso monsignor Paglia.