“Le famiglie italiane chiedono alle istituzioni anzitutto equità del prelievo fiscale che deve riconoscere i carichi familiari”. Ha esordito così Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni Familiari, nella sua relazione durante il Convegno per la XX Giornata internazionale della famiglia, inaugurato oggi a Roma.
“Una possibile soluzione di equità, semplice e facilmente graduabile anche in funzione delle esigenze di copertura finanziaria, si può trovare nella proposta del FattoreFamiglia – ha affermato il presidente. E ha aggiunto: “L’equità fiscale è presupposto per affrontare un’emergenza troppo sottovalutata, la questione demografica. La difficoltà delle famiglie di fronte alla sfida della nascita di un figlio sono ben presenti”.
Secondo il Censis, infatti, la nascita del primo figlio fa aumentare di poco, il rischio di finire in povertà. La nascita del secondo fa quasi raddoppiare il rischio (20,6%) e la nascita del terzo triplica questo rischio (32,3%).
Nonostante le difficoltà la famiglia è “costretta a diventare il ‘principale ammortizzatore sociale’ di fronte alla crisi”. Pertanto “per valorizzare il protagonismo delle famiglie – ha sottolineato Belletti – occorre favorire la loro libertà”, occorre cioè “togliere le catene”, “sgombrare la strada dagli inciampi” e “liberare le opportunità per la libera responsabilità delle famiglie”.
Il criterio orientativo generale delle politiche familiari dovrà quindi essere quella della costruzione di “infrastrutture sociali”, come politiche “di conciliazione” tra famiglia e lavoro; servizi per le persone fragili “che aiutino le famiglie ad aiutarsi”; politiche di reddito “che non schiaccino le famiglie nell’ermarginazione sociale o nella povertà”.
“Le politiche familiari – ha concluso dunque il presidente del Forum – devono riconoscere con chiarezza la famiglia come istituzione, nel suo essere ‘cellula fondamentale della società’. La famiglia va riconosciuta come bene pubblico, nel suo possedere e generare un valore aggiunto, per il benessere della persona e per la coesione della società, nel suo essere crocevia insopprimibile tra pubblico e privato”.
L’invito è quindi a riaffermare il valore della famiglia “come istituzione, contro una diffusa tendenza alla privatizzazione alla destrutturazione, presente in molte norme oggi in discussione nel dibattito politico e culturale”.
La difesa del valore della famiglia nella società è stato il centro anche dell’intervento di Mario Adinolfi, ex parlamentare e tra i fondatori del Pd. “Leggi come la Scalfarotto sull’omofobia e la proposta Cirinnà sulle coppie di fatto rischiano di creare una condizione culturale di non poter nepure pronunciare la parola famiglia”, ha affermato Adinolfi.
“Essere di sinistra – ha proseguito – vuol dire essere dalla parte del più debole. Lasciare che un bambino non possa mai pronunciare la parola mamma perché ha due padri e che dovrà accontentarsi di ‘genitore 1’ non è certo stare dalla parte del più debole”. In quest’ottica, i cattolici, secondo l’ex parlamentare, “devono trovare il modo di coinvolgere nella difesa della famiglia anche i laici ed in particolare gli uomini e le donne di sinistra. Si possono trovare argomenti razionali per lavorare insieme a ricostruire un lessico che qualcuno vorrebbe modificare e rieducare secondo l’ideologia lgbt”.
Intervenuta durante il Convegno anche Franca Biondelli, sottosegretario con delega alla Famiglia, la quale ha aperto il suo discorso ricordando che “da quando è stato varato il Piano nazionale l’Italia vive in stand by sulla politiche della famiglia”. “Ora bisogna rimettersi in cammino”, ha esortato Biondelli, condividendo questo percorso con le associazioni familiari.
“Il Piano – ha poi spiegato – ha obbiettivi molto ambiziosi e difficilmente raggiungibili tutti e tutti insieme. Individuiamo 2 o 3 punti dai quali poter partire da subito”. Ad esempio, si potrebbe lavorare “sulla conciliazione famiglia-lavoro, sul sostegno alla genitorialità oppure provare a rovesciare la logica delle molteplici politiche settoriali per farle diventare politiche sul ciclo di vita che puntino al benessere complessivo delle famiglie”. Soprattutto, ha rimarcato il sottosegretario, “dobbiamo riuscire a far capire a tutti che la famiglia è una risorsa strategica per l’intero Paese visto che da sola produce beni per 570 miliardi all’anno, un quarto del Pil nazionale”.