Un importante segno di distensione giunge da Israele. Dopo il susseguirsi di atti vandalici all’indirizzo dei luoghi di culto cristiani e le conseguenti polemiche, ieri, in una seduta solenne del Parlamento israeliano (la Knesset), è stato rivolto un tributo nei confronti di San Giovanni XIII, appena due settimane dopo la sua canonizzazione.

All’evento, presieduto da Yuli Edelstein, presidente della Knesset, hanno partecipato il patriarca vicario mons. Giacinto Boulos Marcuzzo, il custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa e l'ambasciatore d'Italia Francesco Maria Talò. Nei giorni scorsi, attraverso la Fondazione Wallenberg, è stata recapitata anche una lettera del card. Loris Capovilla, che fu segretario personale di Giovanni XXIII.

In modo trasversale, i membri del Parlamento, oltre a condannare i recenti episodi di odio, hanno riconosciuto a papa Roncalli l’impegno umanitario assunto durante l’Olocausto e il fondamentale contributo da lui offerto per la storia del dialogo interreligioso.

“Giovanni XXIII va di fatto considerato un Giusto fra le Nazioni”, ha esordito il leader laburista Yitzhak Herzog. Il nonno dell’attuale deputato israeliano, il rabbino Yitzhak Halevy Herzog, ottenne il sostegno di Angelo Giuseppe Roncalli per salvare migliaia di ebrei perseguitati.

“Mons. Roncalli fungeva da Nunzio ad Istanbul - ha ricordato Herzog - quando cominciarono ad arrivare le prime notizie sulla Shoah. Divenne subito un `incrocio essenziale´ per il salvataggio di migliaia di ebrei per vie traverse, fra la Bulgaria, la Grecia, la Slovacchia e l'entità ceca”. Dal 1944 il rabbino Herzog e il Nunzio Roncalli attuarono un piano specifico, in Ungheria, per mettere in salvo numerose vittime della persecuzione nazista.

Il leader laburista ha sottolineato inoltre gli “enormi sforzi” di Roncalli, una volta divenuto Papa, per “eliminare alcuni termini spregiativi verso gli ebrei” da alcune preghiere. Il suo Pontificato, la riflessione commossa di Herzog, “fu una vera rivoluzione”, raccolta poi dai suoi successori.

Il presidente della Knesset Edelstein non ha nascosto che in passato “fra cristianesimo ed ebraismo ci sono stati fiumi di odio e di dolore”, ma oggi, anche grazie alla visita di papa Francesco, è possibile “procedere nello spirito di Giovanni XXIII ed istituire canali di dialogo interreligioso”.

Il governo israeliano ha inoltre promesso un impegno concreto per impedire manifestazioni di conflitto verso il cristianesimo, attraverso un lavoro culturale. Il presidente della commissione parlamentare per l'istruzione Amram Mitzna (ha-Tnua') ha detto di aver chiesto al ministro dell'istruzione Shai Piron che in tutte le scuole sia dedicata, in occasione della visita di papa Bergoglio, un'ora di lezione sul cristianesimo e sulla figura di Giovanni XXIII.

Mitzna ha poi sollecitato che sia proposto agli insegnanti di organizzare gite scolastiche nei luoghi di culto cristiani e che si organizzi una gara di composizioni su atti di benemerenza compiuti da cristiani verso gli ebrei.

(F.C.)