Gesù, la porta delle pecore

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

La vicenda riguardante Cornelio che aderisce con tutta la sua famiglia alla fede è descritta negli Atti degli Apostoli come un punto nodale della vita della Chiesa delle origini. Mostra, infatti, che la salvezza ha un respiro universale. La decisione di Pietro è un passo significativo per la Chiesa apostolica al fine di comprendere la sua vocazione che la chiama ad essere strumento di salvezza per tutti gli uomini. Nel Vangelo di Giovanni ritornano le due immagini di Cristo “pastore delle pecore” e “porta dell’ovile”. 

Meditazione

Per comprendere il significato dell’espressione “porta delle pecore” è opportuno ricordare che, dopo l’esilio babilonese e il ritorno dei deportati in patria, iniziarono i lavori di ricostruzione delle porte di Gerusalemme che erano state danneggiate dall’invasione dei Babilonesi. Il terzo capitolo del Libro di Neemia racconta il lavoro di ricostruzione di almeno otto porte e, tra di esse, della porta delle pecore (cfr. Ne 3,1). Questa fu la prima ad essere terminata e restaurata e fu l’unica ad essere consacrata, forse perché portava al Tempio. Situata sul lato nord-est del muro, era chiamata così perché attraverso questa porta entravano le pecore che venivano sacrificate nel Tempio. Nel brano del Vangelo di oggi, Cristo si identifica con la “porta”. La parola αυλή può essere tradotta “porta” o “recinto”. Essa si incontra 177 volte nella Bibbia greca, ma non è mai riferita a un recinto di pecore. Nel maggior numero dei casi (circa 115 volte), indica il vestibolo davanti al tabernacolo o al Tempio (cfr. Es 27,9; 2Cr 6,13;11,16; Ap 11,2). “Porta delle pecore” applicata a Gesù significa che egli è la via di accesso, ma anche il nuovo recinto, il nuovo Tempio. È l’interpretazione dei Padri della Chiesa. Sant’Ignazio di Antiochia scrive: «Egli è la porta del Padre, attraverso la quale entrano Abramo, Isacco e Giacobbe e i profeti e gli apostoli e la Chiesa» (Ad Philad. 9,1). Erma afferma: «La porta è il Figlio di Dio. È l’unica entrata che conduca al Signore. Nessuno ci introdurrà perciò presso di lui se non suo Figlio» (Il Pastore, IX,12,6). La tradizione patristica mette anche in rilievo il valore escatologico del tema della porta: attraverso Gesù, abbiamo accesso alla dimora celeste. Sant’Agostino scrive: «Cristo è la porta e per Cristo entriamo nella vita eterna» (Enarr. in ps. 103, 4, 10). 

Preghiera

Padre santo, donaci la gioia di entrare nella tua casa per attingere la forza del tuo amore. Concedici un giorno di varcare la soglia della città eterna, per cantare il cantico nuovo e possedere la beata eredità del suo regno. 

Agire

Chiediamo questa grazia. Bussare sempre a quella porta e dire al Signore: «Apri, Signore, perché voglio entrare nel tuo regno attraverso di te che sei la porta». 

Meditazione del giorno a cura di monsignorVito Angiuli, vescovo di Ugento – Santa Maria di Leucatratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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