Quoziente familiare: attese e speranze

L’onorevole Gigli, il senatore Romano e le associazioni familiari accolgono con favore le dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario Delrio sul quoziente familiare

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 “Apprezziamo come un lieto annuncio le dichiarazioni rilasciate a Panorama dal sottosegretario Delrio sul quoziente familiare”. È questa la reazione alla volontà del governo di impegnarsi a favore della famiglia da parte di Gian Luigi Gigli, deputato dei Popolari per l’Italia. L’intervista del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in cui dice che sul quoziente familiare verranno fatte valutazioni nella delega fiscale, è uscita sul numero di Panorama oggi in edicola.

“L’introduzione in Italia di un fisco a misura di famiglia – prosegue Gigli -, come del resto un elementare senso di giustizia e la Costituzione stessa richiederebbero, rimarrebbe sui libri di storia”.

“In attesa di un sistema fiscale che permetta di far emergere tutto il sommerso dell’evasione attraverso una generalizzata detraibilità delle spese sostenute per la famiglia, il quoziente familiare – sottolinea Gigli – è l’unico modo per correggere una condizione di iniquità che è causa non ultima dell’inverno demografico che pesa sul futuro economico, educativo e previdenziale del Paese”.

Anche il senatore Lucio Romano, collega di partito di Gigli, accoglie con favore la notizia. “Il quoziente familiare potrebbe introdurre alcuni correttivi – spiega -, stabilendo un principio strategico. Ovvero che per favorire l’equità e la giustizia sociale, occorre tener contro del numero dei componenti del nucleo familiare nella tassazione del reddito e per consentire l’utilizzo di incentivi tributari nel perseguimento di politiche sociali”.

La volontà del governo di modificare il bonus Irpef e di introdurre nella delega fiscale il quoziente familiare è accolta “con soddisfazione” anche dal presidente del Forum delle associazioni familiari, Francesco Belletti.

“Se le intenzioni troveranno attuazione assisteremo ad una rivoluzione copernicana che allineerebbe finalmente l’Italia ai partner europei”, afferma Francesco Belletti. “L’imposizione fiscale non sarebbe più calcolata solo in base al reddito – spiega – ma anche ai carichi familiari che gravano su quel reddito. Che i mille euro di un single non possano contare come i mille euro che sostengono una famiglia con due o tre figli, è un elemento di basilare equità e giustizia fiscale”.

“Sarà la volta buona? Ce lo auguriamo”, chiosa Francesco Belletti.

(F.C.)

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ZENIT Staff

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