Il pane che viene dal cielo

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Il martirio di Stefano, pur nella tragicità di un evento che mette fine in maniera dolorosa alla sua esistenza terrena, può essere letto alla luce della morte in croce di Gesù. In questo modo il martire, perché fedele tanto in vita quanto in morte alle vicende di Cristo, riceve il meritato premio della risurrezione. Il Vangelo di Giovanni, continuando la narrazione degli episodi precedenti, crea un distacco maggiore tra la ricerca della folla e l’insegnamento di Gesù: è Cristo il pane di vita eterna. Questo pane è l’unico alimento in grado di dischiudere le porte del paradiso e assicurarci una piena partecipazione al mistero pasquale di Gesù.    

Meditazione

Il racconto del martirio di Stefano coinvolge ed emoziona. Anzitutto perché scardina dal nostro comune modo di pensare una particolare concezione secondo cui il santo è così desideroso di ripetere nella propria carne la passione di Cristo tanto da sconfinare nella debolezza di chi non sa reagire. Le parole che Stefano rivolge ai propri carnefici esprimono invece una chiara presa di posizione contro l’odio e l’ingiustizia che essi si apprestano a compiere. È una ferma difesa non di se stesso, ma della verità che è Cristo. La lapidazione di Stefano avverrà sotto lo sguardo accondiscendente del giovane Sàulo, compiaciuto di contribuire anch’egli all’ingiusta uccisione di un cristiano. Ma anche del tutto inconsapevole della forza dello Spirito Santo che di lì a poco lo avrebbe schierato tra le sue fila e destinato all’annuncio del Vangelo. L’evangelista Giovanni prosegue invece il dialogo tra Gesù e la folla attorno al «pane di vita». La gente chiede un segno per poter credere, mostrandosi nostalgica della manna che il popolo di Israele trovava ogni mattina per terra nel deserto. La manna, però, era soltanto una prefigurazione del pane vero che discende dal cielo. Cristo è il «pane di vita» in grado di saziare la fame e la sete dell’uomo di ogni tempo. La folla chiedeva un segno per poter credere a Gesù. Egli, Figlio di Dio fatto uomo, non offre alcun segno se non quello dell’Eucaristia: pane che discende dal cielo e dà la vita al mondo. Cristo si dà in cibo per aprire questa nostra vita all’orizzonte dell’eternità e della gioia piena.    

Preghiera

Signore Gesù, apri i miei occhi, vinci la mia incredulità. Fa’ che ti riconosca nei segni sacramentali del pane e del vino. Non permettere al mio cuore di andare in cerca di un pane che non nutre e non conduce alla vita eterna, ma fa che anch’io possa ripeterti: Signore, dammi sempre di questo pane che è il tuo corpo. 

Agire

Mi impegno a verificare quali sono i desideri più profondi del mio cuore e a capire in che misura l’Eucaristia sazia la mia fame e spegne la mia sete di gioia e felicità.  

Meditazione del giorno a cura di monsignorVito Angiuli, vescovo di Ugento – Santa Maria di Leucatratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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