Lo ha detto ieri monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) intervenendo alla XV assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, che si sta svolgendo a Roma.
Ha detto il Vescovo di Cassano all’Jonio, “mi chiedo quanti incontrando un uomo, una donna o una comunità che dicono di aver legato seriamente la loro vita a Cristo possano dire: ‘che bella la vita, le parole e le relazioni che vivono queste persone! Riescono a trasmettere amore per una vita bella, desiderio di parole sincere, passione per relazioni vere, voglia di contagiare il Vangelo della gioia!’ “.
Rivolgendosi direttamente ai presenti mons. Galantino ha sottolineato “veniamo chiamati cioè a dare sempre di più carattere pubblico e testimoniale alla nostra esperienza di fede, spesso – troppo spesso – confinata nella Chiesa o nei nostri circuiti piuttosto limitati e, qualche volta, tristemente asfittici e autoreferenziali”.
“Troppi equivoci – ha ribadito – si continuano a consumare in nome della dimensione intima (il più delle volte intimistica) della fede in Cristo Risorto. E questi equivoci possono essere spazzati via solo se prendiamo sul serio la seconda parte del tema scelto per questa Assemblea: corresponsabili della gioia di vivere”.
Secondo il presule bisogna assumersi la responsabilità “perché la nostra vita, di singoli e di comunità, possa essere sempre più capace di creare le condizioni per una vita bella, dalla quale non può essere estranea la gioia”.
E “la gioia” – ha spiegato – “è frutto soltanto di una vita vissuta con dignità e al riparo, per quanto è possibile, dalla sopraffazione e dall’arroganza di chi detta le regole del gioco, facendosi beffe del bene comune e ispirati soltanto dal proprio tornaconto”.
Si è “corresponsabili della gioia di vivere – ha sottolineato – solo se, forti dell’incontro con il Signore Risorto, investiamo le nostre energie per neutralizzare stili di vita ispirati alla sopraffazione e all’arroganza”.
Ha chiesto monsignor Galantino: “Cosa volete che se ne faccia oggi il nostro mondo di una Chiesa impegnata a difendere le proprie posizioni (qualche volta dei veri e propri privilegi) in un mondo che pullula di gente che già fa questo in nome della politica e che, per fortuna, qualche volta viene smascherata ed esposta al ridicolo?”
Secondo il segretario generale della Cei, la canonizzazione di papa Roncalli e di Giovanni Paolo II e l’inedita “Enciclica dei gesti” che giorno per giorno va scrivendo Papa Francesco, ci stanno dicendo con chiarezza che “lo stupore che è capace di investire l’uomo contemporaneo è solo lo stupore frutto dell’incontro tra uomini capaci di uscire dal loro egoismo, di sbattere all’aria il mantello delle loro sicurezze, come il paralitico guarito, e disposte a cingersi con il grembiule della responsabilità per servire gli altri”.
A questo proposito il Vescovo di Cassano all’Jonio ha rivelato “io vengo dall’Azione cattolica” ed è in questo orizzonte, che si rivela l’importanza e il valore della proposta di Azione Cattolica “una realtà ecclesiale (…) immersa nella vita del popolo di Dio, capace di sostenere il cammino della Chiesa e di stare con la gente nello spirito del Vangelo della gioia”.
Il presule ha ricordato a tale proposito che l’Azione Cattolica, è “scuola di formazione cristiana”, come i Vescovi italiani l’hanno definita in Educare alla vita buona del Vangelo; sottolineando nel contempo che “le figure di grandi laici” che hanno segnato la storia dell’associazione.
Monsignor Galantino ha concluso invitando tutti al Convegno ecclesiale di Firenze il cui tiolo è tutto un programma “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.