Il pollo dei miserabili

Sei ricco e grandioso benefattore se non derubi nessuno anche di un solo piccolissimo, semplice sorriso che potrebbe salvare la vita di un disperato

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Era stato riportato, nel Corriere della sera, con una certa enfasi e con uno stile brioso, un episodio accaduto ai giardini della città.

Due barboni avevano appena estratto dal sacchetto di plastica e appoggiato sulla panchina, un pollo arrosto. Mentre erano intenti a frugare sul fondo della bisaccia alla ricerca di qualcos’altro, due altri miserabili barboni li sorpresero distratti nell’ operazione. Con la destrezza di chi ha fame, rubano il pollo e, con la rapidità del ladro, si perdono tra i  passanti.

Scattò immediata la caccia ai due ladri. Si mise all’inseguimento anche la polizia.

I due miserabili derubati riebbero quasi per intero il loro boccone, già però dilaniato da qualche morso frettoloso. Precisava l’articolo che i due miserabili ladruncoli, sorpresi con il corpo del reato, furono “processati per direttissima”.

L’articolista, fatte le sue riflessioni, si è soffermato ad evidenziare la risibilità dell’accaduto che a me, invece, ha suggerito una conclusione tanto seria da mettermi sull’attenti.

Rubo ad un miserabile anche solamente un pollo? Mi sento miserabile perché ho derubato un prossimo che in quei bocconi riponeva la vita.

Sei ricco e grandioso benefattore se non derubi nessuno anche di un solo piccolissimo, semplice sorriso che potrebbe salvare la vita di un disperato.

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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