Il prossimo 10 maggio si terrà il pellegrinaggio notturno dei giovani studenti universitari presso il santuario del Divino Amore, all’insegna del motto “camminiamo nella gioia”. L’appuntamento è alle 23.30 davanti all’ingresso della Fao, in piazza di Porta Capena. Al termine del pellegrinaggio il card. Agostino Vallini, cardinale vicario del Papa per la diocesi di Roma, presiederà la Celebrazione Eucaristica all’interno del Santuario. Per l’occasione mons. Lorenzo Leuzzi, Direttore dell’Ufficio per la Pastorale Universitaria del vicariato di Roma, ha scritto una lettera agli studenti che proponiamo qui in basso.
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Cari studenti universitari,
sabato 10 maggio alle ore 23.30 ci ritroveremo a piazza di Porta Capena per iniziare il pellegrinaggio notturno verso il santuario del Divino Amore, dove arriveremo verso le ore 5.00 e celebreremo l’Eucarestia. È l’esperienza della notte della fede, come quella che abbiamo vissuto nella Veglia pasquale: dal buio alla luce. È la certezza della fede cristiana!
Cari amici, vorrei fermare la vostra attenzione su questa affermazione: la certezza della fede! Posso essere certo della mia fede? Ho vissuto alcune tappe della vita della Chiesa, da giovane laico di Azione Cattolica fino ad oggi che sono vescovo. Devo, con rammarico, confessarvi che è stato difficile trovare occasioni in cui la questione della certezza della fede fosse oggetto di riflessione: ho notato e noto una certa riluttanza!
Ciò non significa che non ci siano credenti con forti identità. Anzi, nel complesso mondo religioso cresce sempre di più la presenza di seguaci certi della propria esperienza religiosa. Ma tutto poggia sull’ipse dixit, che – detto in termini più semplici – significa: tutto poggia sulla tradizione! La certezza della fede è per molti certezza della tradizione.
Ma noi viviamo in un mondo in cui le tradizioni, anche religiose, non reggono all’impatto sociale. Tutto è travolto dai processi sociali. Vorrei fare un esempio. Molti credenti sono soliti aggiungere l’aggettivo tradizionale al termine valore o norma etico-morale. Dicono: “noi siamo difensori dei valori tradizionali!”. Per cui, per costoro, il mondo si dividerebbe tra tradizionalisti e progressisti.
E la luce della fede, quella che abbiamo sperimentato la notte di Pasqua e che sperimenteremo il mattino dell’11 maggio a che serve? È la luce della tradizione oppure quella di una realtà che è presente nella storia?
Cari amici, la storia ormai non si divide più fra tradizionalisti e progressisti, ma tra chi crede che la realtà precede il pensare e chi invece si illude del contrario. La tradizione o le tradizioni, religiose e culturali che siano, non hanno molto da dire in questa dialettica. Anzi possono essere strumentalizzate per obiettivi talvolta anche violenti!
La certezza della fede cristiana si fonda sul primato della realtà sul pensare: se la Resurrezione non fosse una realtà, nessun pensiero potrebbe crearla, neanche la stessa tradizione religiosa!
Cari amici, questa è la grandezza della nostra fede! Ricordati dell’esperienza di San Tommaso Apostolo: la Resurrezione ha preceduto il suo pensare. Anzi non ci credeva. Ma il Risorto c’è, è una realtà, non è il sentito dire delle donne, sia pure autorevoli!
Tu hai incontrato Gesù; lo ami; lo segui. Bene! Ma non basta! Devi essere certo che Lui è prima di te. La Sua presenza ti precede.
Cari amici, se ci liberassimo dal retaggio illuministico secondo cui la fede cristiana è una fede tradizionale, quanto bene faremmo ai nostri amici! Dal buio alla luce, dal sentito alla scoperta personale, dal credente tradizionale al discepolo missionario! Sono certo, anche se la mia fede deve crescere. Non sono dubbioso perché la mia fede è incerta, ma rifletto, penso, cerco di capire perché devo camminare con il Risorto e ogni giorno devo rinnovarGli il mio sì, il mio amore.
Nella notte siamo chiamati a vivere questa esperienza: voglio amarti sempre di più, non mi accontento di ciò che ho vissuto, voglio rivedere la luce per crescere nella certezza della fede.
Con noi ci sarà Maria: sempre certa nella fede, ma sempre pronta a rinnovare il suo sì anche nei momenti difficili, come l’esperienza della croce. Inoltre Lei ricorda a ciascuno dei suoi figli che Gesù era già stato in Lei, nel suo grembo. Così, anche noi dobbiamo ricordarci sempre che Gesù è già in noi attraverso il dono del Battesimo.
Dobbiamo solo fare l’esperienza del passaggio dal buio alla luce! È l’augurio che rivolgo a tutti voi. Vi aspetto in tanti per camminare, pregare, gioire insieme!
Vostro
+ Lorenzo, vescovo