Tra Cristianesimo e Islam

Al via la nuova collana promossa dalla Fondazione Ambrosiana Paolo VI, in collaborazione con la LEV, dal titolo “Storia Religiosa Euro-Mediterranea”

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Ha inizio con il volume Da Costantinopoli al Caucaso. Imperi e popoli tra Cristianesimo e Islam una nuova collana promossa dalla Fondazione Ambrosiana Paolo VI, in collaborazione con la Libreria Editrice Vaticana: “Storia Religiosa Euro-Mediterranea”, che intende presentare le vicende e le tradizioni religiose dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo.

Il volume – a cura di Luciano Vaccaro, sotto la direzione di Cesare Alzati – riporta i venti approfonditi interventi tenuti da relatori di diversa provenienza geografica nel corso della XXXII Settimana europea, organizzata dalla Fondazione a Villa Cagnola (Gazzada, Varese) nel settembre 2010.

“Il Mediterraneo – spiega nella presentazione monsignor Luigi Mistò, già direttore della Fondazione Ambrosiana Paolo VI – si rivela ancora, nel mondo globalizzato, un centro e uno snodo fondamentale: da un lato, tramite esso continuano a riproporsi all’Europa la necessità e i problemi del rapporto sempre più ineludibile con culture e religioni storicamente limitrofe da più di un millennio, come l’Islam e l’Ebraismo; dall’altro, il suo ruolo di spazio di unione, e non di separazione, fra sponde opposte favorisce i processi migratori di massa, che caratterizzano il mutamento epocale in atto”.

“Questo itinerario storico-religioso – nota il cardinale Dionigi Tettamanzi, nel suo Messaggio ai convegnisti –, che mette a tema il rapporto tra l’Europa e il Mediterraneo, partendo dalla prima fase cristiana e dalle sue tradizioni ecclesiali per arrivare alla situazione odierna, consente di approfondire il problema – quanto mai attuale e urgente – del rapporto con culture e religioni diverse, in particolare con l’Islam e l’Ebraismo”.

Lo spazio mediterraneo viene considerato nelle sue sedimentazioni storiche, nelle sue molteplici evoluzioni lungo i secoli, nelle sue variegate tradizioni religiose. Un itinerario di ricerca che si sviluppa a partire da Costantinopoli, Nuova Roma, prima sede patriarcale e vertice ecclesiastico della parte orientale dell’Impero. Di Costantinopoli si esaminano gli aspetti istituzionali, la connotazione religiosa, la spiritualità, le forme culturali; poi l’irradiazione della tradizione costantinopolitana in Anatolia e nel Caucaso; la conquista di Mehmet II nel 1453, che confermava la centralità della città di Costantino, ma quale vertice istituzionale dell’Islam. A conclusione del volume, una ricognizione della situazione contemporanea permette di calare i dati precedentemente esposti nella concretezza del vissuto quotidiano.

“L’indagine storica non ha potuto che prendere le mosse dalla fase storica in cui Mediterraneo e Mar Nero  si configuravano quale spazio dell’Impero di Roma reso profondamente unitario” spiega nel primo intervento Cesare Alzati. “Gli ambiti territoriali cui si è ritenuto di far riferimento, in quanto apparsi i più idonei a evidenziare omogeneità e specificità di lunga durata – prosegue Alzati –, sono gli antichi grandi patriarcati; in successione: Costantinopoli, Antiochia, Gerusalemme, Alessandria, ai quali è stata accostata l’Africa latina con la sede primaziale di Cartagine”. Ed è a queste realtà che saranno dedicati i prossimi volumi della collana.

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ZENIT Staff

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