Ogni bimbo in arrivo è una gemma di speranza

Roberto Lombardi, un volontario romano, illustra il Progetto Gemma, servizio d’aiuto economico rivolto a madri in difficoltà tentate dall’aborto

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Ogni donna incinta porta in grembo una gemma. È con questa consapevolezza che i Centri d’Aiuto per la Vita si adoperano per aiutare coloro le quali, a causa di una condizione di difficoltà, potrebbero cedere alla tentazione di dissipare questo prezioso dono. Vent’anni fa è nato così il Progetto Gemma, servizio d’adozione prenatale a distanza che interviene per evitare il ricorso all’aborto quando alla radice di questa tragica soluzione c’è un problema economico.

Nel 1996 il Progetto ha raggiunto anche San Giuseppe Artigiano, parrocchia del popolare quartiere romano di Portonaccio. In diciotto anni, l’impegno di questa comunità parrocchiale ha restituito il sorriso a trentotto mamme insidiate dall’inganno di interrompere la gravidanza. E, soprattutto, ha aiutato trentotto bambini a nascere.

Promotori dell’iniziativa sono i coniugi Roberto e Tilde Lombardi, una coppia che è qui storicamente attiva. “Il Progetto Gemma – spiega a ZENIT Roberto, che svolge inoltre la funzione di diacono – consiste nell’assicurare alla donna in difficoltà un contributo di 160 euro mensili per gli ultimi sei mesi di gravidanza e per il primo anno di vita del nascituro”. E prosegue: “Poiché un simile esborso per diciotto mesi è molto gravoso per una persona o una famiglia, nella nostra parrocchia frazioniamo l’impegno in piccole quote a partire da 5 euro mensili”. Attualmente, ci racconta Roberto con un pizzico di sano orgoglio, la parrocchia sta aiutando due donne incinte a superare le loro difficoltà, “che si aggiungono alle trentotto aiutate in precedenza nell’arco di diciotto anni”.

E pensare che l’impegno che vede coinvolti oggi i coniugi Lombardi qualche anno fa sarebbe stato a loro stessi impensabile. “Per molti anni – riavvolge il nastro della memoria Roberto – siamo stati influenzati dalla cultura che attribuisce alla donna il diritto di decidere se avere o meno il figlio concepito. Pian piano il Signore ha plasmato il nostro cuore e ci ha fatto capire che la vita è un Suo dono e che noi possiamo contribuire con Lui a far sì che questo dono si realizzi”.

Ma non solo. “Il Signore – prosegue Roberto – ha fatto ancora di più, ci ha fatto incontrare le persone che avevano detto di no all’aborto e così ci ha fatto capire quanto la nostra vecchia convinzione fosse tremendamente sbagliata”. Tutto ebbe inizio durante un corso di preparazione al matrimonio, quando uno degli ospiti parlò del Progetto Gemma; quelle parole segnarono nel profondo il cuore di questa comunità parrocchiale, che si attivò con una tale solerzia da sottoscrivere immediatamente i primi quattro aiuti.

L’impegno è stato ampiamente ripagato sotto il profilo umano. Nel corso degli anni, infatti, sono tante le storie di mamme aiutate che hanno commosso e tuttora commuovono i volontari di San Giuseppe Artigiano. Commozione che traspare dagli occhi di Roberto quando ci racconta di Mabel, una donna che vive a Bassano del Grappa e che, grazie al Progetto Gemma di questa parrocchia, nell’agosto scorso è riuscita a diventare mamma per la quarta volta.

Ci mostra la lettera che ha ricevuto due mesi prima della nascita dal Centro d’Aiuto per la Vita. “Il bambino che avete sostenuto è stato veramente salvato e, ne sono certa, sarà la nostra e Vostra gioia, ma soprattutto quella dei genitori”, scrive l’autrice della lettera. La donna, una volta scoperto di essere incinta, era ricorsa a un ginecologo per richiedere il certificato d’interruzione di gravidanza.

Il medico ha però deciso di dare un’opportunità alla coppia, e li ha inviati presso un Centro d’Aiuto per la Vita. È qui che l’operatrice, “con molta discrezione ed attenzione”, riscontrato che la richiesta di aborto era dovuta in gran parte a problemi economici, ha offerto oltre che un sostegno economico immediato, “anche il sostegno psicologico, l’amicizia e il Progetto Gemma, che è stato determinante per ottenere il sospirato ‘sì’ alla vita del bambino”.  In un passaggio particolarmente toccante della lettera si legge che il marito a quel punto ha sospirato alla donna: “Adesso non piangere più perché come vedi abbiamo trovato un angelo”. Non uno ma decine di angeli, che volano ogni giorno per alleviare i cuori delle mamme in difficoltà.

Saluto Roberto, che a pochi giorni dalla Giornata Nazionale per la Vita, mi lascia un’ulteriore, splendida testimonianza: “In questo periodo io e mia moglie abbiamo avuto il dono di due nipotine, osservandole rimaniamo sbalorditi di quanto siano per noi un’iniezione di speranza. Giorno dopo giorno, infatti, cambiano, scoprono la vita e ci fanno comprendere l’importanza di questo dono”. Prezioso come una gemma.

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Federico Cenci

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