“È commovente celebrare la gloria di Sant’Angela. Se in questo periodo la Madonna di Foligno in mostra a Milano, manifesta l’amore del popolo folignate per la Vergine, Sant’Angela acquista però un valore tutto particolare”. Cosìil cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ieri, nell’omelia per la solenne Messa di canonizzazione di Angela da Foligno.
“Nella Leggenda dei tre Compagni – ha ricordato il cardinale – si racconta che le ragazze che abitavano la “terra dei Fioretti” fuggivano alla vista di Francesco, per la paura di essere contagiate dal suo fervore evangelico. Ad Angela questa fuga non riuscì. In Angela la Sapienza pose la sua tenda (prima lettura); ella ebbe la gioia di gustare la sublimità della conoscenza di Cristo Gesù (seconda lettura). A lei si applica la stessa lode che Gesù fa al Padre nel Vangelo di Matteo (11, 25)”.
Il porporato ha poi riflettuto su alcuni interrogativi: “Perché un ritardo di 7 secoli nella canonizzazione? Eppure molti vescovi, santi, molti papi hanno stimato la sua figura”. Ha risposto, quindi, alle critiche sulla veridicità della sua santità: “Uno studioso si è chiesto: si vuole canonizzare lei o il Libro? Ma ci sono testimoni dell’indiscussa santità di Angela (il corpus dei testi nella Biblioteca del Sacro Convento, i resti mortali, la recente scoperta della lettera al discepolo, la testimonianza di Ubertino da Casale e il suo Albor vitae); si canonizza quindi una donna concreta che ha una storia documentata”.
Soffermandosi poi sulla vita di Angela, Amato ha detto: “L’aspetto più rilevante è la sua conversione, il suo radicale ritorno a Dio. Da una vita mondana al cambiamento dopo la confessione generale. Ma alla conversione seguì una spogliazione: la perdita degli affetti più cari e la spogliazione personale dei beni. Così come l’argilla, Angela viene plasmata dalla Spirito Santo per diventare Tempio della sua presenza. Sente l’amore di Dio nella sua vita e come Dio avvolga tutto l’universo”.
Il prefetto della Congregazione per i Santi ha parlato anche della carità della nuova Santa: “Vedere Dio era anche vivere la carità con i fratelli poveri, ammalati, ma soprattutto i lebbrosi”, ha sottolineato, aggiungendo: “Angela con la sua compagna andava a trovare queste persone umiliate e scorgeva in loro l’icona del Cristo dolente, tanto da bere l’acqua dei lebbrosi. Baciare il lebbroso è per lei baciare Cristo. Ma per noi oggi tutto questo come ci interroga?”.
Ritornano, allora, le parole che i Papi spesero per la Santa umbra: “Giovanni Paolo II – ha ricordato Amato – diceva: ‘Tu Angela sei diventata esempio di virtù evangeliche, guida sicura nella perfeziona. La vita di Angela comincia con una esistenza mondana ma l’incontro con Dio attravaerso Francesco la cambia‘”. Benedetto XVI affermò invece: “E così parla a noi santa Angela. Oggi siamo tutti in pericolo di vivere come se Dio non esistesse: sembra così lontano dalla vita odierna. Ma Dio ha mille modi, per ciascuno il suo, di farsi presente nell’anima, di mostrare che esiste e mi conosce e mi ama”. Ha quindi concluso il cardinale: “Anche a noi come ad Angela che medita la passione, Gesù dice: ‘Non ti ho amato per scherzo‘”.
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