Parole che sanno di eternità

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

La venuta del Messia, «uno simile a un figlio d’uomo», era stata in qualche modo intravista dal profeta Daniele, quando aveva preannunciato che a questo misterioso personaggio sarebbe stato consegnato un regno indistruttibile. Il brano odierno del Vangelo di Luca, conclusione del discorso di Gesù sulla “fine” della storia, pone alla nostra attenzione un’affermazione nella quale il Signore attribuisce alle sue parole il valore dell’eternità. Le sue non sono parole vane, passeggere e illusorie, perché a coloro che vi si affidano con intelligenza spirituale offriranno certezza di fede, sguardo profetico e incrollabile speranza. 

Meditazione

Nel pensiero più lontano e remoto nel tempo e fin nel dibattito culturale di questi nostri giorni, sembra essersi insinuata nella coscienza dell’umanità che non v’è nulla, in noi e al di fuori di noi, che sia un punto sicuro di appoggio. Tutto viene considerato, e in parte lo è, passeggero, fragile, precario. Tutto scorre, affermava un antico filosofo, ed è come se anche noi venissimo costantemente portati dal tempo come gli oggetti trasportati dai fiumi. Ed ecco che un giorno, Gesù di Nazaret pronuncia parole mai udite prima, condividendo, da una parte, che esiste nel corso delle cose una ciclicità che ci consente di comprendere i ritmi della natura, dall’altra, ponendo con autorità una linea di confine tra gli eventi quotidiani e le sue parole. Gli uni confermano la precarietà e la fragilità di quanto accade sotto i nostri occhi; le altre costituiscono il punto di riferimento certo e sicuro del progetto di Dio: in Cristo Gesù è racchiuso il senso primo e ultimo della storia. È Lui il principio e la fine, l’alfa e l’omèga. In Lui tutto acquista consistenza e robustezza. Che bella e incoraggiante questa visione cristiana delle vicende del mondo, quale bussola sicura di orientamento nel nostro cammino, quale consolante verità nell’apprendere che “noi non veniamo dal nulla e non andiamo verso il nulla”! È Gesù la Via stabile e sicura sulla quale camminiamo, è una strada, quella delle sue parole, che non può franare ed è terreno che non verrà mai meno sotto i nostri piedi. La testimonianza della Chiesa e quella nostra, di battezzati, deve scaturire dalla professione di fede che ogni domenica pronunciamo con le nostre labbra: credo che il Regno di Dio non avrà mai fine, credo nella vita eterna! 

Preghiera

O Dio, noi ti invochiamo con fiducia di figli dentro le nostre fragili esistenze e nella consapevolezza che solo Tu sei la roccia sicura e stabile su cui ci sentiamo sicuri. Te lo chiediamo per Cristo, tuo figlio e fratello nostro, nostra speranza nel tempo e per l’eternità. 

Agire

Ogni tuo pensiero, ogni tua parola e ogni tuo gesto possano essere sempre radicati nelle Parole che non passeranno mai.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo eletto di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it 

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ZENIT Staff

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