Proprio oggi la mia rubrica del sabato su Zenit compie un anno esatto. Grazie al direttore Antonio Gaspari per la fiducia e grazie a Paul De Maeyer, Salvatore Cernuzio e Luca Marcolivio, per la collaborazione. Grazie di cuore a voi lettori per l’attenzione e la simpatia con cui mi avete sempre seguito. Voglio spegnere con voi la prima candelina, scrivendo di un argomento delicato e di grande attualità, ma dal quale bisogna sapersi difendere, senza cadere nello stesso errore verso il prossimo. In una catechesi del teologo ed esorcista Mons. Costantino Di Bruno ho avuto modo di confrontarmi sulla falsa testimonianza, come vera piaga della nostra società. Vediamo perché! I danni che produce e genera sono infatti incalcolabili. Essa uccide, elimina, radia dalla storia, spesse volte crea mostri, infangando il nome di persone innocenti. Oggi in modo particolare vi è una leggerezza nella falsa testimonianza che spaventa a causa della sua capillarità. Dovendo noi ogni giorno riempire pagine e pagine di giornali e riviste di ogni tipo; testate di radio e televisioni; social-network, si comprenderà, nel rispetto totale di chiunque operi sempre con autorevolezza nella obiettività, che di sola verità questi mezzi mai potrebbero vivere. Ecco allora che la notizia va spesse volte colorata, amplificata, interpretata, manomessa, alterata, trasformata, modificata in parte o in tutto, privata dei suoi elementi di verità, corredata di particolari che esistono solo nella mente di chi la scrive. A tutto questo si aggiunge la diabolica arte del sospetto, del dubbio, dell’indeterminatezza: e siamo già nella falsa testimonianza! Se ad essa aggiungiamo, come esposto nel mio articolo di sabato scorso, anche la calunnia, la mormorazione, il pettegolezzo, la parola vana, si comprende bene come sia veramente difficile rispettare l’altro nel suo buon nome. Nessuno comunque può infrangerlo! Il nome dell’altro è santo e tale deve rimanere per tutti i giorni della sua vita, quale diritto inalienabile di ogni persona.

In una società che coltiva la falsa testimonianza, più che il grano di cui sfamarsi, vengono così a scomparire le possibilità per un uomo di uscirne illeso! L’unica via è quella di agire sempre nella più alta e somma prudenza, facendo ogni cosa secondo la verità di Dio. Ma questa modalità di agire serve solo per essere giusti e irreprensibili davanti a Dio, mai davanti agli uomini, dal momento che gli uomini sanno trasformare la verità in falsità, l’odio in amore, il peccato in virtù e la virtù in peccato. All’uomo è chiesta una cosa sola: rimanere integro e puro dinanzi al suo Dio. Poi sarà Lui a rendergli giustizia. Mai nessun uomo potrà pretendere giustizia dagli uomini. Il relatore della catechesi sottolineava infatti, con serena fermezza, che solo chi ha il timor di Dio nel suo cuore, sarà capace di essere amministratore della vera giustizia. Il cuore senza Dio è anche un cuore senza l’uomo, che rimane insensibile alla santità del nome del fratello. Pensa di poterlo infangare a suo gusto e piacimento, secondo le sue voglie malvagie e spietate. Ricordate in Matteo la falsa testimonianza nel Sinedrio contro Gesù? “…Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo». Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato!...”

Sottolineava, a tale proposito, Mons. Di Bruno: “Cristo Gesù è la persona più innocente, anzi è innocentissima! Mai ha commesso una sola ingiustizia, neanche nel segreto del cuore, né contro l’uomo e né contro Dio. Ha osservato tutta la Legge. Ha vissuto secondo la retta e sana tradizione religiosa del tempo. Non vi è in Lui nessun male di cui lo si possa accusare. Gli viene chiesto di rivelare, sotto giuramento, la sua verità. Lui, poiché obbligato dalla parola del sommo sacerdote, non può sottrarsi e si rivela. Viene accusato di essere un bestemmiatore e per questo dichiarato reo di morte”. Ecco cosa sa fare il cuore nel quale non regna il timore del Signore: trasforma la più alta verità mai proferita nella storia in una bestemmia e sul fondamento di questa trasformazione condanna Gesù alla morte. Cristo è condannato non per quello che ha fatto, ma per ciò che è! Sono passati due mila anni ed ancora il cuore senza timore di Dio si comporta in egual modo. Condanna le persone, le uccide, fa stragi di innocenti, non perché si è fatto il male, ma perché continua ad appartenere solo alla sua verità . La storia così, mentre l’uomo, come lo struzzo, cerca formule salvifiche per superare il decadimento che lo circonda, è costretta a rallentare il suo cammino verso un autentico cambiamento materiale e spirituale dell’umanità. Intanto Papa Francesco, durante l’udienza del mercoledì, ha consigliato a tutti noi di morderci la lingua, prima di rovinare una persona con le parole! Altro che falsa testimonianza!

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.itPer ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it

*Si informano i gentili lettori che prossimamente sarà nelle librerie il volume del prof. Chiarella “Sui sentieri del vecchio Gesù”, che raccoglie i pezzi di un anno pubblicati su Zenit con alcuni articoli inediti e le riflessioni di Mons. Costantino di Bruno; Padre Paolo Scarafoni, LC; Dr. Antonio Gaspari (Zenit).

Per info: http://bit.ly/1cY4XPe