Aborto: l'elaborazione di un lutto

A Medjugorje una riflessione sulla morte e sulla maternità

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Riportiamo di seguito il resoconto della dott.ssa Benedetta Foà, a conclusione del Seminario Dalle tenebre alla luce: Percorso di elaborazione del lutto per un figlio mai nato, tenutosi a Medjugorje, dall’1 al 5 settembre 2013, in collaborazione con la dott.ssa Anna Traversa.

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Il Primo Seminario Internazionale di guarigione sul post-aborto è appena terminato. Ha avuto luogo nella Casa “Regnum Dei” della Pia Unione dei Figli e Figlie del cuore Immacolato di Maria a Medjugorje, Bosnia Erzegovina.

Ha avuto il successo sperato, anche se direi che la Mano del Signore l’ha reso eccezionale. Tra le iscritte oltre alle sette ragazze provenienti da tutt’Italia c’erano: una donna che veniva dal Canada, una dalla Svezia e un’altra dalla Polonia, (per noi tutti paesi del “Nord”). Tra le italiane c’era una psicologa non vedente, una delle due traduttrici si è lussata un piede per cui zoppicava, tutte le dieci iscritte al seminario erano lì per elaborare un lutto, o del proprio figlio o di un parente. Una delle partecipanti ha aperto la Bibbia su questa parola del Signore, parola che non potrebbe rivelare meglio ciò che stavamo vivendo in quel momento: Geremia 31; 8-9,13.

Ecco li riconduco dai paesi del Nord, e li raduno dalle estremità della terra;                    

Tra essi sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente; ritorneranno qui in gran folla.

Esse erano partite nel pianto, io le riporterò nelle consolazioni; li condurrò a fiumi d’acqua per una strada diritta in cui non inciamperanno, perché Io sono un Padre per Israele, Efraim è il mio primogenito.

Io cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici, senza più afflizioni”.

Descriverei questo seminario come un’immersione, un bagno d’amore. Erano tangibili l’affetto e il rispetto profondo che regnavano per le “storie di vita” di ognuna delle partecipanti.

Come in tutti i gruppi c’è chi è più avanti nel cammino di guarigione e c’è chi è più indietro, ma tutte indistintamente erano lì per buttarsi alle spalle un evento che ormai aveva dai venti ai trenta anni. Tutte pronte a “Elaborare” e ad aiutare le altre a farlo.

Difficile descrivere le emozioni profonde vissute in giorni così intensi, i volti che man mano diventavano sempre più luminosi, il gruppo sempre più affiatato nonostante la difficoltà delle lingue, i pianti straziati dal pentimento e i pianti di guarigione.

Marinella, la traduttrice per la lingua francese volle condividere con noi questa sua esperienza: «mentre traducevo quello che era detto mi è venuto alla mente il passo della scrittura, dove Dio dice a Mosè: togliti i calzari dai piedi, questo luogo è una terra Santa!  (Es 3; 5), così anch’io ho avuto la sensazione di dovere togliermi i calzari simbolici, perché si stava svelando l’anima più intima delle mamme presenti nel mio gruppetto». Queste parole, dette quasi all’inizio del seminario, mi rimasero nel cuore, come custodite gelosamente. L’ultimo giorno del convegno il calendario era fitto e prima della celebrazione della Messa conclusiva, era prevista la visita alla Mangiatoia nel boschetto dietro la casa di Sr. Emmanuel. Una bellissima casetta di legno che contiene al suo interno le statue in grandezza naturale della Madonna, San Giuseppe e il Bambino Gesù in fasce. Siamo tutte lì a recitare il rosario che ecco, una delle mamme si alza, si toglie lentamente i calzari ed entra nella Mangiatoia. Il gesto mi ha portato alla mente Marinella e le sue parole, e tutto ha acquistato una sacralità diversa, maggiore. Da quel momento in poi tutte siamo entrate in questa piccola Mangiatoia, togliendoci le scarpe. È stata un’emozione fortissima. 

La Messa era prevista per le 10.30 a Scurmaz, un paesino a 10/15 km da Medjugorje. Abbiamo scelto di andare lì a causa della bellissima Icona che rappresenta Gesù Misericordioso. Prenotiamo la cappella, affittiamo un pulmino per tutto il gruppo, partiamo di corsa. All’inizio della Celebrazione don Roberto spiga al gruppetto di persone presenti ma estranee al nostro gruppo, che questa è la Messa conclusiva del percorso di elaborazione del lutto, e la ragione per cui siamo lì è quella di affidare tutti i nostri bambini mai nati al Signore. Alla fine dell’omelia  con l’acqua benedetta don Roberto ha benedetto la simbolica vestina bianca che avevamo dato a tutte le mamme. Alla fine di questa aspersione,  battesimo simbolico,  un applauso festoso riempie la chiesina. La Celebrazione si conclude nella pace più profonda.

Mentre sto uscendo dalla chiesa vengo avvicinata da un signore Polacco: «volevo tanto ringraziarla per questa Messa», mi dice, «sa ho pregato per i due bambini che so che la mia ex ragazza ha abortito! Gli ho assegnato il nome che ho sentito nel cuore e li ho lasciati andare!».

Ritorniamo in comunità e la gioia è tanta, come tanta la stanchezza! È stato come se ci fossimo liberate di un fardello pesante. Stanche ma felici. Alla partenza tanti sono stati gli abbracci, e caldi e affettuosi gli arrivederci.

Abbiamo terminato il nostro bel seminario avendo tutti nel cuore le parole che la Gospa ha dato tramite la veggente Mirijana il 2 settembre 2013: « Cari figli, vi amo tutti. Tutti voi, tutti i miei figli, voi tutti siete nel mio cuore. Tutti voi avete il mio amore materno e desidero condurre tutti voi alla conoscenza della gioia di Dio. (…) Prego lo spirito santo affinché, mentre aiutate gli altri, anche voi stessi guariate. (…)».

Grazie a tutti per le preghiere e il sostegno datomi per portare a termine questo primo, ma non ultimo seminario. Il secondo, infatti, si terrà a Roma nel 2014.

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ZENIT Staff

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