“L’Editto di Milano non deve essere soltanto un evento del passato che ha permesso il riconoscimento del diritto delle persone alla libertà religiosa e della dimensione pubblica della fede cristiana. Esso è anche importante oggi per tornare ad apprezzare la valenza sociale che la religione ha sempre avuto in Europa. Si tratta di uno strumento atto a suscitare la pace sia nei cuori che tra le nazioni e ad educare la gente, non solo alla libertà di coscienza – la libertà religiosa non potrebbe essere ridotta a questo unico diritto – ma alla libertà di ognuno di vivere e contribuire al bene di tutti, singolarmente e comunitariamente”, è quanto la Presidenza del CCEE ha scritto a mons. Stanislav Hocevar, arcivescovo di Belgrado e responsabile del pellegrinaggio regionale che si svolge a Niš il 20-21 settembre prossimo in occasione dell’anniversario per i 1700 anni dall’editto di Milano.
Il pellegrinaggio, che vede la partecipazione di centinaia di fedeli del paese e di numerose altre nazioni europee, è organizzato dall’arcidiocesi di Belgrado e promosso dalla Conferenza Episcopale Internazionale dei Santi Cirillo e Metodio e “in continuo dialogo con la più grande Chiesa Ortodossa Serba, con le altre Chiese e comunità religiose e con l’intera società civile”, come scrive mons. Hocevar, nella sua lettera di saluto ai partecipanti presente sul sito dell’evento (in diverse lingue): http://www.milanedict2013.com/
Il pellegrinaggio, rivolto prevalentemente ai giovani, è il frutto di una preparazione triennale volta a ricercare un più autentico paradigma di convivenza e di rapporti tra religione/religioni e società a tutti i livelli, così come anche il risveglio di una vera speranza per il futuro.
L’incontro, che vede la partecipazione dell’arcivescovo di Milano in qualità di delegato pontificio, il cardinale Angelo Scola, si volge a Niš, città natia di Costantino il Grande, ed è così “un’occasione perché la comunità locale e i partecipanti di altri paesi possano riflettere sui benefici che la religione cristiana ha recato alla cultura e all’intero continente europeo e sull’importanza di vivere nuovamente con entusiasmo la fede” scrive il CCEE.
La lettera della Presidenza del CCEE si conclude con un invito rivolto ai giovani “In questo senso, applaudiamo specialmente la scelta di aver voluto rivolgere l’invito a ricordare questa ricorrenza specialmente ai giovani perché questo evento che tanto ha segnato la storia dell’Europa non sia solo un ricordo imparato dai libri di storia, ma diventi storia stessa nella vita delle attuali e future generazioni”.
La Presidenza CCEE che ha firmato la lettera è costituita da:
Cardinale Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest e Presidente CCEE
Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Vice-Presidente CCEE
Mons. Józef Michalik, Arcivescovo di Przemyśl e Vice-Presidente CCEE
Mons. Duarte da Cunha, Segretario generale CCEE