Custodire una terra dove abiti la giustizia

Seminario di studio della Sezione “Salvaguardia del Creato” della Commissione “Caritas in veritate” del CCEE

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Se non sapremo essere educatori di una vera ecologia umana, non saremo profeti di una responsabile ecologia ambientale. Ecologia umana ed ecologia ambientale appaiono strettamente legate. La difesa dell’ambiente – dono da custodire e amministrare saggiamente – è innanzitutto difesa dell’uomo contro la sua auto-distruzione. Le questioni legate alla custodia del creato sono strettamente connesse al tema dello sviluppo integrale della persona umana: è quanto emerge dal seminario di studio promosso a Lussemburgo dalla Commissione “Caritas in veritate”.

Con un seminario di studio, svoltosi il 18 settembre scorso a Lussemburgo, la Sezione “Salvaguardia del Creato” della Commissione “Caritas in veritate” del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), ha ripreso il suo lavoro di riflessione.

L’incontro, ospitato dall’Arcivescovo locale, mons. Jean-Claude Hollerich, ha visto la partecipazione di diversi esperti delle Conferenze episcopali in Europa, della Santa Sede e del Segretario della European Christian Environmental Network (ECEN).

Riprendendo il cammino svolto negli ultimi anni, l’incontro è stato un’occasione per approfondire l’impegno dell’episcopato europeo a favore della custodia del creato alla luce dei numerosi interventi di Papa Francesco, che con il suo continuo magistero, richiama i cristiani a questa responsabilità.

Ad aprire i lavori, l’intervento di Mons. André Léonard, Arcivescovo di Malines-Bruxelles e Responsabile di questa Sezione, sulla missione della Chiesa nella cura del creato a partire da una prospettiva teologica, antropologica, etica ed educativa. Per Mons. Léonard “la custodia del creato è un’espressione alta della carità cristiana”, che non può essere realizzata senza custodire la dimensione metafisica della vita umana, come ricordava il teologo von Balthasar. Inoltre, Mons. Léonard sottolineava che l’impegno di ogni cristiano nella custodia del creato parte dal sapere che l’universo attuale non è che una fase del cammino verso “i cieli nuovi e la terra nuova”.

Successivamente i partecipanti si sono soffermati sulla dimensione sociale ed economica della protezione dell’ambiente con un contributo dell’Ing. Stanislas de Larminat, per molti anni direttore generale di un’azienda agro-alimentare in Francia. Per l’ingegnere francese è necessario ribadire il concetto di solidarietà economica verso le generazioni future, perché “è moralmente illecito ed economicamente controproducente scaricare il peso e le conseguenze delle nostre scelte attuali sulle generazioni future”.

L’incontro è stato anche l’occasione per un confronto ed uno scambio di informazioni e buone pratiche tra i partecipanti. Sono emerse opinioni non sempre comuni sugli argomenti considerati, che hanno comunque evidenziato la missione fondamentale della Chiesa cattolica di educare alla custodia integrale del creato. Inoltre, è emersa l’importanza che tutti i cattolici coinvolti ricorrano a fonti affidabili d’informazione scientifica, per garantire dibattiti più aderenti alla suddetta missione della Chiesa.

L’attenzione della Chiesa per il tema del creato non è nuova ed è ben radicata a livello nazionale e locale. Numerose sono le iniziative realizzate a livello diocesano e parrocchiale. Emerge tuttavia sempre più la sfida educativa di ricucire innanzitutto il rapporto tra la creatura umana e il suo Creatore. Laddove questo rapporto viene meno, il creato è ridotto a materia da possedere e lo scopo dell’esistenza umana, o anche di una nazione, si riduce alla sua capacità di possedere il più possibile, anche a costo di creare ingiustizie e conflitti.

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ZENIT Staff

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