“Appare interessante la proposta avanzata questa mattina dal ministro del lavoro Enrico Giovannini e dal viceministro Maria Cecilia Guerra di creare un programma di Sostegno per l’inclusione attiva (Sia), uno strumento universalistico di intervento sulla povertà di cui l’Italia, unico Paese tra quelli sviluppati, è privo” afferma Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni familiari
“L’obbiettivo è quello di intervenire sulla condizione di povertà tout court, e non su situazioni particolari di fragilità, e questo lo rende prezioso in una fase di grave e perdurante crisi economica, come l’attuale. appare apprezzabile anche il suo collegarsi a percorsi di reinserimento lavorativo e sociale, evitando così – almeno dalle prime indicazioni – il rischio di trasformarsi in un provvedimento assistenziale, come troppo spesso succede ai sussidi puramente economici”.
“Anche il grado di burocratizzazione della sua attuazione sarà un fattore decisivo: sono implicati, secondo quando annunciato, Inps, Comuni, Centri per l’impiego… forse questa sperimentazione potrebbe essere valorizzata con una buona collaborazione con gli attori sociali, con il volontariato, con le imprese sociali, con le associazioni che già oggi sono in prima linea nell’accompagnamento e nella presa in carico delle condizioni di povertà”.
“Segnaliamo poi la necessità e l’importanza che la dimensione familiare sia variabile essenziale per riqualificare gli interventi, sia nella costruzione delle graduatorie di accesso, sia nella quantificazione del sostegno economico da attribuire”.
“Ma questa attenzione non si esaurisce con il solo utilizzo dell’ISEE (indicatore della situazione economica equivalente), modalità amministrativa e ragioneristica di calcolare i carichi familiari, che valorizza in modo non esaustivo specifiche condizioni di difficoltà (es. situazioni di vedovanza, di disabilità, di monogenitorialità)”.
“Inoltre non possiamo non sottolineare le nostre perduranti perplessità sulla nuova configurazione dell’ISEE ipotizzata dallo stesso ministero che lancia il Sia. restiamo infatti fermamente convinti che il ‘nuovo ISEE’ penalizzi le famiglie numerose, e se applicato meccanicamente anche al Sia, accentuerebbe ulteriormente il grave impoverimento che colpisce oggi molte famiglie per il solo fatto di mettere al mondo il terzo figlio, e portando così l’Italia ad avere un numero di bambini che vivono sotto la soglia di povertà indegno di un Paese moderno e sviluppato”.
“Ci sorprende poi che le risorse, in questo caso, ci sono: viene proposta una rimodulazione degli oneri, chiedendo un po di più alle famiglie con Isee più alto, per finanziare questo nuovo strumento. Ma allora perché dire che non ci sono i soldi per il Fattore Famiglia e per la riforma del fisco a misura di famiglia?”
“Forse qualche riflessione su questo andrebbe fatta, e il ministro Giovannini potrebbe suggerire qualche soluzione al ministro dell’Economia, quando si arriverà a discutere della delega fiscale”.
“In sintesi – ha concluso Belletti -rispetto al progetto del nuovo Sia, bene la proposta di un sostegno diretto e specifico contro la povertà economica, grave vuoto nel sistema di welfare italiano, e bene che la proposta sia aperta ai suggerimenti delle parti sociali, non mancheremo di far avere i nostri contributi al ministero. Male, se il nuovo strumento non saprà valorizzare e farsi carico della dimensione familiare della povertà, e integrarsi in un welfare sussidiario e non burocratico”.