Mons. Marcello Bordoni l’ho conosciuto direttamente piuttosto tardi, solo nel 1999. Sotto la sua guida – insieme a don Angelo Amato, a don Manlio Sodi e ad alcuni altri – procedevamo a rifondare la Pontificia Accademia di Teologia.
Di fama – certo – lo conoscevo già, soprattutto per la sua attività di ricerca e di insegnamento, la sua cristologia, la consulenza a diversi Dicasteri della Santa Sede (tra cui soprattutto le Congregazioni per la Dottrina della Fede, del Clero e delle Cause dei santi).
Don Marcello era nato a Roma, nel 1930. Fu ordinato sacerdote per la stessa Diocesi di Roma 24 anni dopo.
Iniziò il suo servizio di docenza nella Pontificia Università Lateranense durante l’anno accademico 1961-1962, come incaricato di Teologia pastorale: incarico che mantenne fino al 1970, quando venne nominato professore straordinario di Cristologia nella Facoltà di Sacra Teologia. Tre anni dopo, nel 1973, fu promosso professore ordinario della medesima disciplina. Il 15 ottobre 2000, per raggiunti limiti di età, cessò il servizio di professore stabile, ma continuò a insegnare ancora per un anno come docente invitato.
Nel periodo della sua docenza don Marcello ricoprì importanti ruoli di governo nell’Università. Per tre anni, dal 1974 al 1977, fu Decano della Facoltà di Teologia; poi fu Vice-decano della stessa Facoltà dal 1977 al 1981; e infine Preside dell’Istituto Pastorale dal 1984 al 1987.
Non è questo il momento per dilungarci sulla vasta produzione scientifica di mons. Bordoni. Tutti conoscono i suoi tre volumi di cristologia sistematica, Gesù di Nazaret, Signore e Cristo, pubblicati a Roma tra il 1982 e il 1986. Ma, accanto a questi volumi, bisognerebbe elencarne almeno altri sette, e cento articoli comparsi in varie raccolte o riviste scientifiche.
Non voglio tacere però la raccolta dei suoi saggi – curata dall’affezionato discepolo don Giovanni Ancona –, che gli offrimmo nel 2010, quando don Marcello raggiunse l’emeritato nella Pontificia Accademia di Teologia (Christus omnium Redemptor, LEV, Città del Vaticano 2010).
Fra l’altro, il volume riporta la bibliografia generale di Bordoni, e una Presentazione,stilata dal benemerito curatore. Da essa ricavo almeno due spunti.
Don Ancona sottolinea di Bordoni “il costante, sapiente, sicuro e intelligente accompagnamento di tanti studenti nell’apprendimento della scienza teologica”. Essi, aggiunge il curatore, “occupano oggi molte cattedre di dogmatica in Facoltà teologiche e in altre istituzioni accademiche per lo studio della teologia. Questi studenti non potranno mai dimenticare il clima sapienziale che si respirava durante le lezioni del loro stimato docente di cristologia, il rigore del metodo che si apprendeva, e la prospettiva pastorale del tracciato dogmatico che si suggeriva” (p. 8).
Perché – aggiungo io – era questo, in effetti, il modo di “fare teologia” di Bordoni. Non soltanto una “teologia in ginocchio”, robustamente nutrita di preghiera e di contemplazione; ma anche una teologia che si proponeva di dialogare esplicitamente con le sfide culturali e con le istanze pastorali del momento presente. Per questo motivo don Marcello non abbandonò mai l’esercizio diretto del ministero, finché le forze e la salute glielo consentirono.
Un altro spunto ricavo da Ancona, e così concludo.
Il suo modo originale di “fare teologia” trovava, nell’esperienza intima di Bordoni, un fortissimo rimando spirituale alla vicenda della sua amata sorella Maria Caterina, Serva di Dio: una vita, quella di Maria Caterina, tutta animata dal ‘carisma sacerdotale-ecclesiale-mariano’, carisma che esercitò un influsso decisivo sulla elaborazione teologica bodoniana (ivi).
Ora sono insieme, don Marcello e Madre Maria Caterina.
Tutti e due contemplano, faccia a faccia, quel mistero d’amore, quel volto di Dio, quel Gesù di Nazaret – Signore e Cristo –, a cui anelavano quaggiù, come la cerva anela ai corsi d’acqua.
Riposa in pace, carissimo don Marcello, e ricordaci tutti al Signore. A sua volta, la tua Università ti ricorda con grande affetto. Ti vuole, ti ha sempre voluto molto bene.
+ Enrico dal Covolo
Vescovo titolare di Eraclea
Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense