"Siate cristiani inquieti perché l'amore di Gesù vale la pena viverlo"

Nel messaggio per il 50° anniversario dell’erezione della diocesi argentina di Concepción, il Papa indica le parole chiave per essere cristiani: Camminare, farsi discepoli e annunciare

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Di Papa Francesco non vanno ‘tenuti d’occhio’ solo i grandi discorsi alle folle e ai giornalisti. Anche un’affettuosa lettera ad un amico vescovo può diventare una parola utile all’umanità intera. Come nel caso del messaggio inviato, il 9 agosto, a mons. Armando José Maria Rossi, vescovo di Concepción, la diocesi argentina che in questi giorni festeggia il 50° anniversario dalla sua erezione.

Tra gli auguri per la celebrazione e il ricordo delle “facce dei sacerdoti” quando, da cardinale, predicò gli esercizi spirituali per il clero diocesano, Bergoglio lancia un forte monito che non interessa solo i fedeli di Concepción, ma chiunque si professi cristiano.

Temo i cristiani “quieti”, “saccenti” e “concentrati solo su di sé”, ha detto il Santo Padre. Espressioni dure che non sono certo una critica, ma la preoccupazione di un padre che vede i propri figli sciupare il dono di essere seguaci di Cristo. Sono tre – secondo Bergoglio – le parole chiave per essere imitatori di Gesù e proclamatori del Vangelo: “Camminare, farsi discepoli e annunciare”. Quando però si perde di vista l’“obiettivo” finale, ovvero l’incontro con il Signore, queste tre azioni si capovolgono e assumono risvolti negativi. Se non si cammina verso Cristo ci si acquieta e “voi sapete – scrive il Papa – che ho paura dei cristiani quieti. Finiscono come l’acqua stagna”.

Anche quei cristiani che “credono di sapere tutto” non sono di aiuto né a se stessi, né agli altri. “Senza accorgersene – osserva il Santo Padre – a poco a poco chiudono il loro cuore al Signore e finiscono per essere concentrati soltanto su se stessi”. Diventano, cioè, cristiani “con se stessi e per se stessi”. 

Vivere invece “lo stupore meraviglioso dell’incontro” con Cristo – sottolinea il Pontefice – porta “inevitabilmente” a cercarlo “nella preghiera e nella lettura dei Vangeli”. Si sente “il bisogno di adorarlo”, di “conoscerlo” e, di conseguenza, viene naturale “annunciarlo”. “È questa la terza parola – dice Papa Francesco – annunciare”, vale a dire “essere missionari”, quindi “portare il nome, gli insegnamenti ed i gesti di Gesù ai fratelli”. Il vero cristiano, sottolinea il Papa, “cammina, si lascia trasformare in discepolo e annuncia”.

Come sempre, al termine di ogni suo discorso, Bergoglio invoca la Vergine: a Lei affida i fedeli della diocesi di Concepción perché, sul suo esempio, escano da se stessi per adorare e “annunciare la Buona Novella di Gesù ai fratelli”. “Siate inquieti – è l’ultima parola del Pontefice – perché l’amore di Gesù vale la pena viverlo”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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