Nelson Mandela, sostenitore della fratellanza tra bianchi e neri (Prima parte)

L’autobiografia del leader sudafricano dovrebbe essere letta nelle scuole

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Grazie alla sua appartenenza, per via parentale, alla famiglia reale della tribù Thembu, Nelson Rolihlahla Mandela potè frequentare le scuole sudafricane per studenti neri conseguendo la laurea in giurisprudenza. Amante della libertà e sostenitore dei diritti dell’uomo non poteva accettare il regime segregazionista che dominava il Sudafrica, dove i ‘neri’  venivano vessati e discriminati anche nelle prigioni. Per questo motivo insieme a Oliver Tambo fondò uno studio legale per difendere i poveri, gli umili, i non scolarizzati.

Si iscrisse all’African National Congress, (ANC) e promosse per anni la non violenza, invitando gli indiani, i meticci e i bianchi a collaborare, e invitò il governo ad accettare negoziazioni al fine di riconoscere i diritti all’uguaglianza per realizzare insieme una grande nazione.

Il 26 giugno del 1955 scrisse e fece approvare dal Congresso del Popolo di Kliptown la “Carta delle Libertà”. Si legge nel testo: “Il Sudafrica appartiene a tutti coloro che ci vivono, bianchi e neri, e che nessun governo può a giusto titolo vantare alcuna autorità se questa non si basa sulla volontà di tutto il popolo”; “il nostro Paese non sarà mai prospero né libero finché tutta la nostra gente non vivrà nel segno della fratellanza, non godrà degli stessi diritti e di pari opportunità”; “soltanto uno Stato democratico, fondato sulla volontà dell’intera popolazione, può garantire a tutti il rispetto dei diritti di nascita senza alcuna distinzione di colore, razza, sesso o credo”. 

La “Carta delle Libertà” prevede tutti i diritti civili, tra i quali “il diritto di voto e di candidarsi per entrare a far parte di tutti gli organi preposti a legiferare”, il diritto alla libertà di circolazione, il diritto all’uguaglianza dinanzi alla legge, con la detenzione che dovrà essere volta alla rieducazione, non mirare alla vendetta. Secondo il documento, inoltre, lo scopo dell’istruzione sarà quello di “insegnare ai giovani ad amare la propria gente e la propria cultura, ad onorare la fratellanza umana, la libertà e la pace”. Per questo l’istruzione sarà “gratuita, obbligatoria, universale ed uguale per tutti i bambini”, mentre l’istruzione superiore e la formazione tecnica saranno accessibili a tutti grazie a sussidi statali e borse di studio concesse sulla base del merito.

Grazie alla Carta, “abitazione e cibo verranno messe a disposizione di tutti”, così che tutti beneficeranno di cure mediche e ricoveri ospedalieri gratuiti, con particolare riguardo per le mamme ed i bambini piccoli; i quartieri degradati verranno demoliti e nuovi quartieri di periferia saranno costruiti ove tutti possano usufruire di mezzi di trasporto, strade, illuminazione, campi da gioco, asili nido e centri sociali. Infine, verranno eliminate le aree recintate ed i ghetti, saranno abrogate le leggi che comportano la separazione delle famiglie e “vi saranno pace ed amicizia!”.

Il testo si conclude con la dichiarazione: “Lotteremo per queste libertà, fianco a fianco, per tutta la vita finchè non avremo conquistato la libertà”. Tuttavia i diversi governi guidati da formazioni politiche con forte predominanza dell’ideologia razzista non presero mai in considerazione le proposte di Mandela, al contrario praticarono la discriminazione razziale con violenza, favorendo scontri, divisioni, omicidi.

Mandela ad un certo punto pensò che si dovesse passare dalla non violenza ad azioni diverse per difendere il popolo e costringere il governo a negoziare. Pur essendo l’autore di un programma di resistenza che prevedeva anche l’uso delle armi, non ha mai compiuto però alcun tipo di azione violenta.

Il governo arrestò Mandela una prima volta nel 1952. Non aveva commesso nessun reato, solo opinioni contrarie al regime dell’apartheid, perciò venne assolto. Seguirono vessazioni, arresti e detenzioni, culminati nel Processo di Treason che si svolse nel 1958. Nonostante tutto sembrasse predisposto per condannare Mandela e l’ANC, il processo permise agli imputati di rispondere alle accuse. Così la Corte affermò che “l’accusa non era riuscita a dimostrare che l’ANC fosse un organizzazione comunista né che la Carta delle Libertà auspicasse uno stato comunista”. Di conseguenza il giudice dichiarò: “Gli imputati vengono giudicati non colpevoli”.

Mandela, allora, uscì in maniera clandestina dal Sudafrica per incontrare personalità e leader africani a cui chiese di sostenere la lotta di liberazione dall’apartheid. Tornò in Sudafrica e visse clandestinamente, finchè nel 1962 fu nuovamente arrestato per alto tradimento e condannato a cinque anni di carcere. Li scontò sapendo di non essere colpevole di alcun crimine: era divenuto un criminale per la legge, non per ciò che aveva fatto ma per quello in cui credeva. Mentre scontava la condanna, fu di nuovo accusato di sabotaggio al celebre processo di Rivonia.

In questo caso le accuse furono più consistenti, il pubblico ministero cercò di dimostrare che Mandela era un comunista sovversivo che si stava alleando con forze interne ed esterne al Sudafrica per rovesciare il governo e cacciare i bianchi. Se l’accusa fosse stata dimostrata, Mandela ed i suoi amici dell’ANC sarebbero stati condannati a morte.

Fu in questa occasione che Mandela diede il meglio di sè, dimostrando come l’obiettivo suo e dei suoi amici fosse quello di pacificare il paese cancellando la brutalità e la crudeltà del regime razzista per realizzare un Sudafrica in cui bianchi e neri potessero vivere e progredire insieme.

[La seconda parte verrà pubblicata venerdì 16 agosto 2013]

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Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

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