La Festa dell'Assunzione nella Chiesa Cattolica e nella Chiesa Ortodossa

La Solennità vista attraverso la “Icona della Dormizione della Madre di Dio” di Nazarij Istomin e la “Tela della Assunzione della Beata Vergine” di Guido Reni

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Il 15 Agosto la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa celebrano l’Assunzione ai Cieli della Beata Vergine Maria. Tra le più antiche fonti che ricordano tale ricorrenza vi è un Lezionario georgiano dell’VIII secolo, nel quale si afferma che il 15 Agosto si celebra una Festa mariana nella Chiesa costruita dall’Imperatrice Eudocia (423 – 460) sul Getsemani, luogo che ospita il Sepolcro della Vergine.

La Festa è canonizzata in Oriente nell’VII secolo dall’Imperatore Maurizio (582 – 602), mentre in Occidente nell’ VIII secolo ad opera di Papa Sergio I (687 – 701). Si ricorda, infine, un decreto dell’Imperatore Andronico II (1282 – 1328), che consacra l’intero mese di Agosto al Mistero della Dormizione e Assunzione della Vergine.

La Chiesa Cristiana Ortodossa indica questa Festa con il termine “Dormizione” di Maria; la Chiesa Cristiana Cattolica, invece, con il termine “Assunzione” della Beata Vergine Maria e ne emana un importantissimo Dogma sotto Papa Pio XII che, nel 1950, con la Costituzione Apostolica “Munificentissimus Deus” dichiara che: l’immacolata Madre di Dio sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo.

Dopo questo breve inquadramento storico della nascita e dell’affermazione della Celebrazione del 15 Agosto, si propone, in campo artistico, il confronto tra due autori secenteschi coevi, uno cattolico, l’altro ortodosso, i quali affrontano il tema dell’Assunzione in modi diversi.

Sono di seguito presentate l’Icona della Dormizione della Madre di Dio di Nazarij Istomin (Museo-comprensorio Kolomen-skoe. Mosca, 1621) e la Tela della Assunzione della Beata Vergine di Guido Reni ( Chiesa di Santa Maria Assunta .Castelfranco, 1627).

NellaDormizione della Madre di Dio di Nazarij Istomin, il discorso narrativo procede su tre piani: la parte inferiore dell’icona mostra il corpo della Beata Vergine Maria distesa su di un letto, circondata dagli Apostoli e da personaggi in abiti vescovili, nei quali si devono riconoscere Dionigi l’Areopagita e Ieroteo vescovo di Atene, entrambi discepoli di San Paolo. Al centro dell’icona, si erge, quasi come vero protagonista, il Cristo, avvolto in una mandorla celeste, che tiene tra le braccia l’anima di Maria, la quale si ricongiungerà al corpo deposto in Paradiso sotto l’Albero della Vita. Nella parte superiore dell’icona, infine, compare la Vergine Maria assisa in trono, nella gloria dei Cieli, circondata dagli angeli.

L’immobilità della parte inferiore dell’icona dialoga per contrapposizione con il dinamismo ascensionale espresso dal Cristo in posizione centrale che solleva l’anima della Madre e che si fa Unico e Vero tramite tra Corpo e Anima.

Nella Assunzione della Beata Vergine di Guido Reni, l’unica protagonista è la Vergine Maria. L’autore tralascia la narrazione tripartita dell’evento, già vista nella precedente opera ed altresì schema iconografico diffuso tra gli artisti cinquecenteschi e secenteschi italiani, e si sofferma a descrivere il solo momento dell’assunzione della Vergine al Cielo.

Si nota come l’artista fermi il moto ascensionale, quasi fissandolo nell’eternità, per accogliere la Vergine Maria nella sua ispirata contemplazione. Seppure nella loro diversità, le due opere sono senza dubbio due magnifiche anticipazioni artistiche di quelle che saranno le future e già citate parole di Papa Pio XII: “L’immacolata Madre di Dio sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo.”

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Paola Cusumano

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