Nigeria: almeno 24 le vittime degli attentati a Kano

Secondo il cardinale John Onaiyekan, la soluzione non è nelle armi ma nel dialogo

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Nonostante la vasta operazione militare lanciata negli ultimi mesi dal governo centrale nel nord della Nigeria, la violenza estremista continua a colpire il più popoloso Paese africano.

Una serie di attentati con esplosivi, infatti, ha provocato, nella notte di lunedì 29 luglio, almeno 24 vittime nella più importante città del nord, Kano, capoluogo dell’omonimo Stato.

Gli attacchi, attribuiti al gruppo estremista islamico Boko Haram, si sono verificati nel quartiere di Sabon Gari, abitato soprattutto da cristiani originari del sud del Paese e già preso di mira in precedenza dagli estremisti.

Sugli attentati si è espresso il cardinale John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja. Secondo il porporato, noto per il suo impegno a favore del dialogo interreligioso, gli ennesimi episodi di violenza dimostrano che le armi non sono la soluzione al problema. “Ci vorrebbero ancora più contatti personali tra i diversi ceppi della società nigeriana, contatti anche interreligiosi, affinché si riesca, poco a poco, a convincere questa gente che questo non è il modo giusto né di fare le cose, né di fare onore a Dio, né di costruire una nuova società nigeriana”, ha detto il cardinale in una dichiarazione rilasciata alla Radio Vaticana (30 luglio).

Nel suo intervento, il porporato ha sottolineato anche il ruolo della politica. “Tutto il discorso della pacificazione del Paese fra i diversi gruppi nigeriani deve riguardare non solo quella religiosa tra cristiani e musulmani, ma anche quella politica”, ha proseguito Onaiyekan. “Se non riusciamo a costruire dei dibattiti per far pace fra di noi, ci saranno sempre i pazzi che commetteranno atti tragici come quello di ieri sera”, ha avvertito il cardinale.

Onaiyekan ha espresso preoccupazione anche per la pericolosa frammentazione all’interno di Boko Haram, noto per i suoi legami con altri gruppi radicali, fra cui l’AQMI (Al Qaida nel Maghreb Islamico). “Adesso non si capisce più neanche chi siano in Boko Haram”, ha detto Onaiyekan. “Se c’è un gruppo, se ce ne sono invece diversi, o altra gente, che è uscita dall’organizzazione con un suo programma di violenze. Purtroppo, il governo non è riuscito ad individuarli e ad identificarli con certezza”. 

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ZENIT Staff

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