Ancora non ha messo piede in terra brasiliana che già Papa Francesco ha cambiato le carte in tavola nell’itinerario del viaggio per la Gmg. Appena sbarcato all’aeroporto Galeão, il Santo Padre non incontrerà le autorità – come previsto dall’inizio di maggio – ma andrà direttamente a salutare la folla dei fedeli radunati per le strade. L’incontro con la Presidente Dilma Rousseff e il governatore di Rio Sérgio Cabral avverrà quindi più tardi nel Palazzo Guanabara. Lì il Papa ci arriverà dall’aeroporto (circa 8 km) in vettura scoperta, in modo da avere un più facile contatto con i giovani.
C’è chi parla di “fuori programma” o chi, come la stampa brasiliana, di “colpo di scena”. In realtà, però, già nell’agenda ufficiale era stata prevista questa ipotetica variazione. D’altronde tutti i suoi collaboratori, dopo quattro mesi di pontificato, hanno capito di dover stare sempre all’erta con il Pontefice argentino e di essere pronti a rispondere alle frequenti ‘decisioni dell’ultimo momento’. Che sia il viaggio a Lampedusa annunciato cinque giorni prima o, come ieri, la visita a sorpresa a Santa Maria Maggiore per chiedere la protezione mariana sulla Gmg.
Certo, nella Santa Sede la pressione sale quando di mezzo c’è l’incolumità del Santo Padre. La decisione di spostarsi su una jeep non blindata, in una città nota per la sua violenza, ha fatto perdere il sonno a più di qualcuno. E anche da Rio non hanno gradito questa scelta, né il cambio di programma del primo giorno, lasciando capire che non si assumono le responsabilità delle decisioni del Santo Padre.
Dal Vaticano hanno risposto: “Bergoglio ha passato la vita tra i poveri e non torna da loro in auto blindata”. Tuttavia in Curia più volte hanno tentato di convincerlo a non abbassare i livelli di sicurezza in questo suo primo viaggio internazionale. Un conto è il bagno di folla in piazza San Pietro, un conto è circolare liberamente nelle stesse strade che in questi giorni sono stati scenari di manifestazioni e di violenze.
Papa Bergoglio, però, decide con la sua testa e non rinuncia a queste decisioni improvvise che, se in un primo momento lasciano perplessi, dopo si rivelano ispirazioni dello Spirito Santo (ricordiamo appunto la visita a Lampedusa).
Più della sua incolumità, per il Pontefice al primo posto c’è il contatto con la gente. Attraverso questi gesti, egli vuol dimostrare e far capire ai pellegrini venuti da tutto il mondo che il Papa c’è, che è in mezzo a loro in veste di Cristo e che li ama. E questo per lui è importante, molto più dei rigidi protocolli vaticani, seppur consolidati in trent’anni di viaggi apostolici.
Inoltre, Bergoglio ha un’altra certezza: la protezione di Maria. Ieri a Santa Maria Maggiore, ha pregato mezz’ora davanti all’icona della Vergine per invocarne la protezione per la Giornata Mondiale. Le ha poi offerto un omaggio floreale ed ha acceso un cero con lo stemma dell’evento.
In Brasile, intanto, tutto è stato disposto per garantire la massima sicurezza. In particolare nella famosa spiaggia di Copacabana, dove si terranno tre dei cinque eventi centrali della Gmg – la Messa di apertura, la festa di accoglienza del Papa e la Via Crucis – e dove ieri è stato aperto la sala stampa per ospitare oltre 5 mila giornalisti.
Saranno poi circa 20mila i poliziotti e i militari che veglieranno sulla sicurezza dei pellegrini, due milioni secondo alcune stime, di cui il 60% dal Brasile e dagli altri paesi dell’America Latina. All’erta anche gli elicotteri militari e numerosi tiratori appostati nei punti più alti del percorso per monitorare ogni movimento.
Una delle zone più sorvegliate è poi Guaratiba, dove, il 27 e il 28 luglio, si svolgerà l’evento centrale della Gmg: la veglia di preghiera e la celebrazione della Messa conclusiva. Dal Campus Fidei sono state estese barriere per 4 km presidiate da 7.000 membri della Polizia militare, la quale, durante i giorni del viaggio, occuperà per precauzione quattro favelas nella zona Est della città, considerate le più pericolose e situate a 15 km da Guaratiba.
Grande timore poi per le manifestazioni contro la politica socio-economica del Governo. Diverse sono le misure di sicurezza applicate per evitare eventuali infiltrazioni da parte dei manifestanti mascherati. Tuttavia, per ora, non sono previste minacce. Il governatore Cabral – obiettivo principale delle proteste – ha dichiarato recentemente: “Il Papa sarà ricevuto con tutto l’amore e la dignità possibili”. E la Santa Sede pure ha espresso piena fiducia nella capacità delle autorità brasiliane di tenere a bada gli scontri e assicurare un felice svolgimento della Gmg. D’altronde le manifestazioni non riguardano minimamente il Papa o la Chiesa.
Sembra che il filo conduttore di questa Giornata mondiale della Gioventù 2013 sia la paura, ma non è così. Il vero spirito di questo evento lo testimoniano la gioia e il sorriso sincero dei giovani nelle prime foto inviate dal Brasile e pubblicate sui diversi social network (un milione di amici sulla pagina ufficiale di Facebook e 400 mila follower su Twitter). In particolare, un’immagine racchiude il sentimento condiviso da tutti i partecipanti alla prima Gmg di Francesco: il cartellone all’aeroporto di Rio che raffigura una volontaria che simula la posa del Cristo Redentore e recita “Ti aspettiamo a braccia aperte”.