Un “padre sollecito e provvido” che non esitò a recarsi subito “tra le macerie ancora fumanti” del quartiere romano di San Lorenzo distrutta dai bombardamenti. Così Papa Francesco ricorda il venerabile Pio XII in un telegramma inviato al cardinale vicario Agostino Vallini che ha presieduto oggi una Messa nella Basilica di San Lorenzo al Verano per il 70° anniversario del tragico evento. “Il gesto di Papa Pacelli è il segno dell’opera incessante della Santa Sede e della Chiesa nelle sue varie articolazioni, parrocchie, istituti religiosi, convitti, per dare sollievo alla popolazione” scrive il Santo Padre.
Il bombardamento di San Lorenzo, ha aggiunto, è “occasione di preghiera per quanti sono scomparsi e di rinnovata meditazione intorno al tremendo flagello della guerra”. “La pace è un dono di Dio – afferma il Pontefice – che deve trovare anche oggi cuori disponibili ad accoglierlo e ad operare per essere costruttori di riconciliazione e di pace”. Ritornano le parole di Papa Pacelli che, in un radiomessaggio del 24 agosto 1939, disse: «Nulla è perduto con la pace, tutto può essere perduto con la guerra».
Pio XII – ricorda il Santo Padre – “in quelle ore terribili”, senza scorta, contro ogni precauzione, non esitò a correre fuori dal Vaticano – gesto assolutamente inusuale per quel tempo – per “soccorrere e consolare” i cittadini romani. “Anche in quell’occasione – osserva – si mostrò Pastore premuroso che sta in mezzo al proprio gregge, specialmente nell’ora della prova, pronto a condividere le sofferenze della sua gente”.
Il ricordo del Papa va quindi a lui e a tutti coloro che “in un momento così drammatico, collaborarono nell’offrire aiuto morale e materiale, nel lenire le ferite del corpo e dell’anima e nel prestare assistenza ai senza casa”. Tra questi anche “monsignor Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI, allora Sostituto della Segreteria di Stato, che accompagnò Pio XII nella visita al Quartiere appena devastato dalle bombe”. Così come i “tanti Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose a Roma e in tutta Italia” che, “come il Buon Samaritano della parabola evangelica”, si chinarono “sul fratello nel dolore, per aiutarlo e donargli consolazione e speranza”. “Fu quella una gara di carità che si estendeva ad ogni essere umano in pericolo e bisognoso di accoglienza e di sostegno” sottolinea Papa Francesco.
In conclusione del telegramma, il Pontefice affida “tutti gli abitanti del Quartiere di San Lorenzo, specialmente gli anziani, i malati, le persone sole e in difficoltà alla materna intercessione di Maria Salus Populi Romani”. “Lei – conclude – la Vergine della tenerezza e della consolazione, rafforzi la fede, la speranza e la carità per irradiare nel mondo l’amore e la misericordia di Dio.”