Sindrome di Down: intervenire sulla malattia, non sul malato

L’associazione Scienza & Vita mette in guardia dai rischi della ricerca scientifica sul cromosoma 21

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“La medicina ha il compito di curare e non di bypassare il problema attraverso la soppressione del concepito con difetti genetici. Per questo la scoperta pubblicata su Nature in merito alla possibilità di ‘spegnere’ il cromosoma in più responsabile della sindrome di Down è un altro passo avanti verso il curare e non l’eliminare il malato”, dichiarano Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e copresidente nazionali dell’Associazione Scienza & Vita. 

“Questa scoperta – proseguono – favorisce lo studio dei meccanismi cellulari implicati nella biologia sottostante la malattia e, una volta superata la fase di sperimentazione, porre le basi per trovare i bersagli terapeutici e mettere a punto cure ‘ad hoc’. Si dimostra ancora una volta che esiste una scienza che lavora per l’uomo e non contro l’uomo. Si ottengono importanti risultati scientifici anche senza quella liberalizzazione della ricerca sugli embrioni umani votata recentemente in Francia e che qualcuno vorrebbe prontamente introdurre in Italia, ma non è vero né automatico che ‘gli scienziati, i malati e l’opinione pubblica’ siano a favore di tale utilizzo delle conoscenze scientifiche”.

“Non è detto – concludono i vertici di Scienza & Vita – che tutto ciò che è possibile fare sia automaticamente lecito, è invece importante che i diritti fondamentali dell’uomo siano rispettati e non vi siano discriminazioni per i più deboli, con disabilità genetiche, anche nelle primissime fasi della loro esistenza”.

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ZENIT Staff

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