Pakistan: la giustizia indaga sul caso delle tre cristiane denudate e umiliate

Circa un mese fa, le donne erano state picchiate e spogliate pubblicamente dai musulmani di Kasur. Dopo diverse pressioni, l’Alta Corte di Lahore ha inviato un giudice per indagare sull’episodio

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E’ passato più di un mese dal triste episodio che ha visto protagoniste, in Pakistan, tre donne cristiane derise, umiliate e costrette a girare nude per la città dai musulmani di Kasur. Finalmente, però, la giustizia si è mossa, edopo le proteste delle comunità cristiane e della società civile, insieme ai forti appelli delle istituzioni politiche, l’Alta Corte di Lahore ha inviato un giudice distrettuale a Kasur per indagare sull’incidente che ha destato grande indignazione nel Paese. Lo riferisce l’agenzia Fides, aggiungendo che il giudice avrà il compito di presentare una relazione entro due settimane.

L’Alta Corte ha convocato le due parti in tribunale, registrandone le dichiarazioni e criticando l’operato della polizia locale. Uno fra gli accusati, Muhammad Munir, ha raccontato la sua versione dei fatti in una dichiarazione giurata, ammettendo che le tre donne dopo esser state denudate, hanno subito violente percosse e umiliazioni pubbliche.

Nella dichiarazione – riferisce ancora Fides – Munir afferma che la controversia è iniziata a causa dello sconfinamento di alcuni armenti del cristiano Shoukat Masih e di suo padre Sadiq Masih nel terreno del padre di Munir, proprietario terriero. Munir, insieme ad altri 11 uomini musulmani, si è recato quindi a casa di Shoukat per vendicarsi. Non avendolo trovato, alcuni fra gli uomini hanno iniziato a percuotere le tre donne trovate in casa: Arshad Bibi, Sajida Bibi e Sauriya Bibi, che sono state poi trascinate per i capelli fino al mercato di Pattoki, nei pressi di Kasur, dove sono state spogliate e derise.

Munir ha dichiarato di essere solo testimone oculare della scena, senza mai prendere parte attiva alle violenze. L’avvocato delle donne, il cristiano Mushtaq Gill, ha detto a Fides di essere “soddisfatto dell’evoluzione dei fatti e delle disposizioni dell’Alta Corte”. Gill è Direttore dell’Ong LEAD, che sta provvedendo assistenza legale gratuita alle vittime. 

L’episodio è divenuto in Pakistan un “caso politico” in quanto il proprietario terriero in questione, il musulmano Abdul Rasheed, è noto sostenitore della Pakistan Muslim League-N (PML-N), il partito al governo in Punjab e a livello federale. Come riferito all’agenzia, il parlamentare Rana Ishaq, membro dell’Assemblea Nazionale nelle file della PML-N, ha pubblicamente difeso e cercato di aiutare Abdul Rasheed e suo figlio, per evitare che fossero incriminati.

[Fonte: Agenzia Fides 17/07/2013]

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ZENIT Staff

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