I Direttori degli Uffici “Migrantes” della Conferenza Episcopale Triveneto esprimono netto dissenso e stupore per il linguaggio che in questi giorni hanno usato personaggi che rivestono un ruolo pubblico: parliamo del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli e dell’assessore ai flussi migratori della Regione Veneto Daniele Stival.
Il rispetto della persona, crediamo, sia richiesto e dovuto a tutti: denigrare chi riveste un ruolo istituzionale, perché non è di proprio gradimento o perché non è sulla stessa linea politica o perché ha un altro colore della pelle, squalifica semplicemente l’autore di quelle ‘poco intelligenti e grossolane battute, tanto più poi se per non perdere il posto, entrambi sono ricorsi a scuse tanto poco convincenti.
Restiamo dell’avviso, invece, che sia ormai urgente valutare e formulare una legge che riconosca il dritto di cittadinanza a chi nasce nel nostro Paese, certamente prima dall’assurda attesa del raggiungimento del 18° anno di età. In un tempo in cui la crisi continua a colpire, è molto più ragionevole e utile usare linguaggi che favoriscano percorsi di integrazione, mettendo insieme le forze migliori del nostro tessuto sociale. Basti pensare anche ai tanti nostri cittadini che si recano ‘altrove’ in cerca di situazione migliore. Anche loro, oggi come in passato, hanno bisogno di trovare solidarietà, accoglienza, prossimità, come è richiesto a noi di avere verso chi giunge da noi. Auspichiamo che si evitino espressioni che, senza produrre nulla di buono, erigono solo barriere e danno adito a situazioni di conflittualità sia verbale che reale.
Crediamo che lo stile che ci sta offrendo Papa Francesco in genere, e in particolare verso gli immigrati nella sua recente visita a Lampedusa, dove ha anche ricordato le migliaia di persone morte in mare nel tentativo e nella speranza di cercare una alternativa di vita migliore per sé e per le loro famiglie, ci indichi una via ben diversa di quella perseguita dagli autori delle ‘battute’ che non si addicono più a persone ‘mature’ che abbiano consapevolezza dei loro ruoli istituzionali. Le lacrime tardive le lascino ai coccodrilli.
“«Dov’è il tuo fratello?», la voce del suo sangue grida fino a me, dice Dio. Questa non è una domanda rivolta ad altri, è una domanda rivolta a me, a te, a ciascuno di noi. Quei nostri fratelli e sorelle cercavano di uscire da situazioni difficili per trovare un po’ di serenità e di pace; cercavano un posto migliore per sé e per le loro famiglie, ma hanno trovato la morte. Quante volte coloro che cercano questo non trovano comprensione, non trovanoaccoglienza, non trovano solidarietà! E le loro voci salgono fino a Dio!” (dall’omelia di Papa Francesco a Lampedusa 08-07-2013).
I Direttori degli Uffici “Migrantes” della Conferenza Episcopale Triveneto invitano a ricordare l’appello di Papa Francesco al rispetto e alla responsabilità verso i migranti che, proprio nella stagione estiva, arriveranno ancora sulle coste italiane.