Padre Eric Jacquinet è responsabile della sezione giovani del Pontificio Consiglio dei Laici. Lo abbiamo incontrato per rivolgergli qualche domanda per capire meglio la dinamica pastorale di questi incontri missionari con i giovani di tutto il mondo ideati dal Beato Giovanni Paolo II. L’incontro di Rio de Janeiro non sarà infatti un punto di arrivo, ma un inizio di un cammino di evangelizzazione nel mondo di oggi.
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Padre Eric, perché si è scelto come tema della GMG: “Andate e fate discepoli tutti i popoli”? Anche in considerazione con l’Anno della Fede?
Padre Jacquinet: L’incontro di Rio de Janeiro è stato preparato durante il Sinodo dei Vescovi per la Nuova Evangelizzazione. E’ in questo contesto che è iniziata la preparazione spirituale a Rio, con il messaggio che aveva scritto Papa Benedetto quasi un anno fa. Inoltre tutti i Vescovi dell’America Latina avevano chiesto una missione continentale. In questi due contesti Papa Benedetto ha voluto che la GMG fosse sulla Nuova Evangelizzazione, perché tanti giovani non conoscono Cristo. Chi meglio di loro possono essere missionari verso questi ragazzi che sono lontani dalla fede? Giovanni Paolo II diceva che la fede cresce quando si dà. Nell’atto missionario i giovani possono diventare cristiani maturi se entrano nell’atteggiamento missionario. Per questo motivo la missione per i giovani non è una cosa superficiale, ma un dovere, fa parte della loro identità cristiana. Crescere nella fede, crescere nella missione.
Non è sempre facile parlare di Dio ai giovani, ma con la GMG molti sono i ragazzi che vi partecipano anche lontani dalla Chiesa, perché secondo lei?
Padre Jacquinet: Ci sono diverse ragioni: tanti vengono e trovano nella GMG un luogo di amicizia. Papa Benedetto XVI a Madrid rispondendo ad un giornalista disse “Sono sicuro che nasceranno molte amicizie e Dio userà questi affetti”. E’ un’amicizia che non si fonda su un piacere, ma su una ricerca di fondo, e questo legame è segno dell’amore di Dio. Tanti giovani sono soli e senza fiducia, a Madrid lo abbiamo visto chiaramente con gli “indignados”. Tanti sono alla ricerca di una speranza nuova che Cristo è in grado di dare. Queste sono giornate in cui ci sono tanti momenti di ascolto, di riflessione e di preghiera che sono importanti. Papa Giovanni Paolo invitò alla GMG di Colonia tutti i giovani, anche i non battezzati perché era sicuro che anche per loro la GMG poteva essere un’esperienza. Un ultimo aspetto è che secondo me i giovani di oggi sono molto attenti al desiderio di mondializzazione. Con internet, Facebook, desiderano essere in contatto con gente di ambienti ed etnie molto diverse. Questa mondializzazione non sempre è facile, e la Giornata Mondiale della Gioventù è la conferma di questa esperienza riuscita. Si può parlare con persone di diversi Paesi tranquillamente e fare comunione. Papa Benedetto XVI diceva a Madrid: “Facciamo esperienza che siamo tutti fratelli in Cristo”.
Ci può spiegare la dinamica pastorale delle GMG, in particolare la prossima di Rio de Janeiro?
Padre Jacquinet: La GMG è un pellegrinaggio sul modello dei discepoli di Emmaus. Questi discepoli hanno fatto un cammino, parlando tra di loro con Gesù e non lo hanno riconosciuto. Anche per la GMG c’è una preparazione: il Santo Padre ha scritto un bellissimo messaggio, dopodiché i giovani si sono messi in cammino. Quando si fa un pellegrinaggio si lasciano le cose: la casa, le abitudini per essere più disponibili all’essenziale. Prima di arrivare a Rio, nelle diocesi ci sarà una settimana missionaria dove tutti i gruppi dell’estero del Brasile vengono accolti nelle famiglie e vivono momenti di preghiera e di missione. Lunedì 22 luglio si traslocherà a Rio de Janeiro, dove il martedì inizierà la GMG con la messa di apertura. Mercoledì, giovedì e venerdì mattina saranno giornate dedicate alle catechesi in oltre duecento luoghi in 26 lingue diverse. I giovani avranno la possibilità di porre delle domande ai Vescovi. Venerdì pomeriggio ci sarà la Via Crucis dove si potrà affidare a Cristo nella sua Passione tutte le domande e le nostre sofferenze. In Brasile adesso ci sono tante sofferenze che si esprimono con le manifestazioni. Potremmo chiedere a Cristo il suo aiuto, la sua grazia e la sua consolazione. Il sabato invece c’è il grande pellegrinaggio per arrivare al “Campus Fidei” di Guaratiba dove ci sarà la veglia con il Santo Padre, la notte si dormirà all’aperto aspettando la messa finale che avverrà la domenica mattina. Una messa di invio missionario dove alcuni giovani riceveranno, a nome di tutti, un mandato per il loro continente. Ciascun giovane sarà invitato a portare il Vangelo. Come i discepoli di Emmaus toccano con mano e poi tornano a Gerusalemme per annunciare Cristo Risorto, anche noi torneremo a casa rafforzati nella fede per comunicarla agli altri.
(La seconda parte segue domani, venerdì 19 luglio)