Medaglia d'Oro per la Sanità Pubblica alla Caritas di Roma

L’onorificenza, assegnata con decreto del Presidente della Repubblica, sarà conferita al direttore mons. Enrico Feroci, venerdì 19 luglio, presso il Ministero della Salute

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Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito la Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica all’Area Sanitaria della Caritas, espressione della Chiesa di Roma nella pastorale della carità. L’onorificenza è stata assegnata con Decreto del Presidente della Repubblica del 16 aprile 2013 su proposta del Ministro della Salute, prof. Renato Balduzzi. A consegnare il riconoscimento al direttore della Caritas romana, monsignor Enrico Feroci, sarà l’attuale ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in una cerimonia che si svolgerà venerdì 19 luglio, alle ore 12, presso la sede del Ministero della Salute.

L’impegno della Caritas di Roma nella sanità ha avuto inizio nel 1983 per promuovere servizi di medicina di base per coloro che non hanno garantita l’assistenza sanitaria pubblica e gratuita o che hanno difficoltà ad accedervi. Il servizio ha come obiettivo non solo quello di dare una risposta immediata, ma soprattutto stimolare le autorità a prendersi carico di queste problematiche.

L’esperienza Caritas, che si è sviluppata in ambito ecclesiale e delle comunità parrocchiali, è stata valorizzata a partire dal 2002 dalla Regione Lazio che ha finanziato le strutture sanitarie per effettuare interventi a bassa soglia d’accesso e ad alto impatto relazionale. Tale progetto, perfettamente integrato con i servizi sanitari pubblici, ha svolto un ruolo di integrazione dell’offerta sanitaria, intercettando la domanda più nascosta, ottimizzando i percorsi assistenziali (evitando ricoveri impropri e intasamento dei Pronto soccorso per domande di salute inappropriate), sollecitando il lavoro di rete, contribuendo alla formazione continua degli operatori e condividendo anche in ambito di programmazione istituzionale la consolidata esperienza degli operatori delle strutture Caritas.

 L’Area Sanitaria della Caritas di Roma si compone delle seguenti strutture:

· Poliambulatorio e Servizio Farmaceutico, in Via Marsala 103 alla Stazione Termini

· Centro Medico Sociale (Sezione specialistica), Via Alessandro VII, zona Pineta Sacchetti

· Centro di odontoiatria sociale, Via Casilina Vecchia 19

· Centro studi salute immigrati e Rom, Via Marsala 103

· Progetto ferite invisibili, Via di Grotta Pinta, 19

· Progetto orientamento salute mentale, Via Marsala, 97

· Progetto di promozione della salute nella popolazione Rom e Sinta, Via Marsala, 103

· Progetto informa salute su strada, presso il mercato di Piazza Vittorio (venerdì mattina)

· Progetto Salute con la comunità cinese, Via Marsala, 97

Le prestazioni effettuate
Negli ultimi 10 anni le strutture sanitarie Caritas hanno preso in carico oltre 30.000 pazienti di cui 23.300 presso il Poliambulatorio (41% donne) e complessivamente sono state seguite quasi 71.600 persone ed effettuate oltre 212.000 prestazioni sanitarie; sono state inoltre erogate oltre 20 mila terapie mediche-farmacologiche ogni anno.
Sono stati sviluppati progetti innovativi come quelli di psicoterapia su vittime di tratta, di tortura e di violenza intenzionale (progetto “ferite invisibili”); lavoro con comunità scarsamente raggiunte dal Servizio sanitario regionale, in particolare cinesi e rom; interventi di offerta attiva di orientamento sanitario ed eventuale assistenza, medicina di strada per insediamenti spontanei e per situazioni di estrema povertà; attenzione ad ambiti assistenziali particolari anche per italiani con interventi di odontoiatria sociale e uno stretto lavoro con strutture pubbliche ed istituzioni soprattutto in ambito di prevenzione. 

La ricerca, la formazione e l’impegno per i diritti
Accanto all’aspetto assistenziale, un significativo impegno è anche nel campo della conoscenza: attraverso ricerche, approfondimenti e studi si analizza ciò che sottende a disuguaglianze e ingiustizie, sperimentando anche percorsi teorici-pratici di inclusione sanitaria. Un terzo livello d’azione è quello formativo: è l’occasione per fare di un’esperienza assistenziale, un percorso di apprendimento reciproco, per affinare le strategie relazionali e cliniche, per rimotivarsi all’incontro con le persone, per capire i punti critici del sistema e avviare interventi migliorativi. Ultimo ambito di impegno è quello per i diritti (con riferimento alla promozione e tutela della salute) di tutti e in particolare dei soggetti più deboli.

Gli operatori
Attualmente nell’intera Area sanitaria, vi operano, oltre a 7 operatori, circa 358 persone, tutti volontari. I servizi all’interno dell’Area che usufruiscono maggiormente dei volontari sono:

· il poliambulatorio dove opera il 47% dei volontari dell’Area;

· il servizio farmaceutico con il 28%;

· il centro odontoiatrico con il 16%.

Oltre il 55% dei volontari si colloca nell’ambito delle professioni della salute (25% medici; il 12% odontoiatri, 14% farmacisti; 4% infermieri). Chi non esercita direttamente una professione sanitaria è impegnato nei servizi nell’accoglienza (compresa l’attività di interpretariato, mediazione e orientamento sanitario), nel supporto alle strutture, nell’assistenza ai medici o paramedici, nella sistemazione dei farmaci e nell’inserimento dei dati, nei vari progetti dell’Area anche in ambito di offerta attiva.

«A tutti coloro che sono attualmente impegnati nell’Area sanitaria e che lo sono stati negli anni passati (complessivamente quasi 2.000 volontari) va questo riconoscimento, come testimonianza di una attenzione delle Istituzioni a chi fa del proprio servizio un elemento di prossimità ai più deboli e fragili della società, con un’ottica di una sanità pubblica che non può escludere nessuno», ha dichiarato il direttore della Caritas, monsignor Enrico Feroci. Il sacerdote ricorda inoltre che «l’opera di carità della Chiesa di Roma è solo un segno, ampiamente insufficiente, per il contrasto del disagio. È un modo però per indicare alle Istituzioni ed ai cittadini che la prima e vera solidarietà è quella che ognuno di noi riesce a fare nel quotidiano, aprendo gli occhi e prestando attenzione a chi gli è più prossimo”. 

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ZENIT Staff

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