La Memoria della Beata Vergine del Monte Carmelo, che la Chiesa celebra oggi 16 luglio, è una buona occasione per ricordare l’importanza dello scapolare carmelitano. Un segno religioso molto importante per la Polonia, tanto che il Beato Giovanni Paolo II lo ha portato per oltre 50 anni della sua vita. Per rimarcare l’importanza dello scapolare nella Patria di Wojtyła, ZENIT ha raccolto alcune testimonianze.
“Lo scapolare è un segno della mia fede” afferma Julia Zyla: “Quando gli altri vedono il mio scapolare carmelitano, sanno che io sono cristiana cattolica, e che partecipo attivamente alla vita della Chiesa. Portandolo voglio mostrare alla gente la mia appartenenza alla Madonna e questo credo che sia la migliore forma di evangelizzazione”.
Per Bernard Kociolek, che indossa lo scapolare da quando era un bambino, “è un segno che Maria si prende cura di me, che è sempre con me e che è mia Madre. È anche un segno di fede in Dio, che nei momenti difficili mi fa andare avanti”. Anche Beata Kociolek sostiene che “ricevere lo scapolare è stato per me e per la mia famiglia una sorta di ‘autostrada per il cielo’. Grazie ad esso ho scoperto che la Divina Provvidenza ci abbraccia sempre”.
“Lo Scapolare è molto importante per me” dichiara poi Piotr Ostalski, “quando lo indosso mi sento meglio e più sicuro, perché per me è stato ed è un grande aiuto in varie situazioni difficili”. “L’ho preso di recente, lo scorso ottobre” prosegue, “lo desideravo perché volevo far sapere a tutti che sono una persona che crede in Dio e prega. Penso che con il nostro atteggiamento possiamo dimostrare agli altri che con Dio si può essere felici e vivere una vita piena di gioia”.
D’accordo anche il giovane Kasper Urbaniak, che dice: “Quando indosso uno scapolare, so che Maria è sempre con me, e soprattutto nei momenti di sofferenza riesce a farmi sentire meglio. Quando capita di fare qualcosa di sbagliato, mi siedo nella mia stanza, mi soffermo a pregare e sento una grande vicinanza a Maria”. “Non mi vergogno ad indossare uno scapolare” dichiara, “voglio dimostrare agli altri che un ragazzo non deve necessariamente bestemmiare o vivere per il calcio, ma può essere vicino a Cristo e non nascondere la sua fede”.
Secondo Mateusz Wolniewicz, “lo scapolare è un modo di rafforzare la fede per essere più vicino a Gesù e Maria”. “Con lo scapolare carmelitano sento una speciale protezione” osserva, “per me è un grande aiuto: la forza supplementare e la motivazione a lottare contro le difficoltà di tutti i giorni”.
Toccante la testimonianza di suor Maria Goretti Wròbel, CR, che ha raccontato a ZENIT: “Lo Scapolare carmelitano è per me il segno di una nuova vita sotto il manto di tenera cura della Madonna, la Madre di Dio che ha salvato la mia fede”. Sei anni fa, riferisce la suora, “al tempo della mia formazione, stavo attraversando una profonda crisi vocazionale, e volevo andare via dalla Congregazione. Non vedevo alcuna luce sul mio cammino”. Nel mese di giugno, prosegue, “ero abbastanza sicura che non sarei più rimasta. Gesù, però, non si è dato per vinto con me, e tramite un confessore mi ha attirato verso la preghiera a Maria”.
“Giunto agosto e la novena per la festa di Nostra Signora di Czestochowa – ricorda suor Maria Goretti – decisi di affidare la mia vita a Maria e come segno di questo affidamento presi lo scapolare”. “Oggi so di essere al sicuro” conclude, “e sto ancora scoprendo la bellezza della mia vocazione, con una enorme gratitudine a Dio per avermi fatto incontrare quel confessore e soprattutto per avermi donato la grazia di riconoscere Maria come mia Madre personale”.
* In collaborazione con Jowita Kostrzewska