Dio, noi e gli altri!

Tutte le luci degli uomini invecchiano e muoiono, ma la luce di Gesù è eterna

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L’uomo deve necessariamente finirla con il gioco al massacro, che lo porta al ridimensionamento delle sue vere potenzialità. Spesso cammina senza vedere la realtà delle cose e delle persone che ha davanti. Non raggiunge la profonda conoscenza dell’altro. È infatti inimmaginabile qualsivoglia sua relazione, per costruire qualcosa di serio e di importante, se prima non porta a compimento un percorso di conoscenza su se stesso. Per fare questo passaggio essenziale nella vita di ogni uomo serve, innanzitutto, acquisire dentro di sé la luce della Parola, per potersi aprire alla presenza di Dio. Tutto ciò che avviene all’esterno di questo quadro di riferimento, molto chiaro nel Vangelo del Signore, ha il respiro corto e solitamente sta proprio alla base di tutti gli affanni personali e sociali esistenti. Quante volte pensiamo di conoscere chi ci sta di fronte? In che misura pretendiamo di offrirgli una strada di salvezza o una soluzione vincente, per superare, magari, uno stallo vitale? In diverse occasioni, in questi casi, siamo purtroppo costretti a verificare una  continua sconfitta.  Battute d’arresto non certo dovute ad una mancata solidarietà di maniera, ma ad una inesistente relazione interiore con la Parola del Figlio dell’Uomo, che spegne l’autentica fraternità verso il prossimo. Siamo cechi dentro e quindi, pur non ammettendolo, non siamo in grado di leggere l’essenza della realtà terrena che abbiamo di fronte.

Con Gesù, appunto, il miracolo del dono della vista, presente in molti brani degli evangelisti, è segno dell’altra vista: quella dello spirito, che vede Dio e la sua eterna e divina verità. Con essa si ravvisa anche la verità del proprio cuore, anima, corpo, volontà, desideri, ma anche l’autenticità della storia. Dopo che Cristo Gesù parla all’uomo, tutti coloro che non accolgono la sua parola, se prima in qualche modo potevano dirsi vedenti, ora vengono dichiarati ciechi dallo stesso Messia. Non sono nella verità, perché hanno rifiutato di seguire la sua luce. Così, infatti, in Giovanni: “Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane”. Se l’uomo tarda ad intendere questa verità, rischia di rimanere al di fuori della luce che Cristo, fattosi uomo per volere del Padre, ha riversato nella storia dell’umanità. La luce del corpo è segno della luce dell’anima, dello spirito, della mente. Gesù viene per essere la vera luce che illumina ogni uomo. Lui è Luce eterna, divina, universale, Luce incarnata, Luce che mai tramonta, mai viene meno, mai invecchia. Tutte le luci degli uomini invecchiano e muoiono. La luce di Gesù rimane in eterno.

Nel brano di Matteo, in cui si narra dei due ciechi che chiedono, con insistenza, a Gesù di poter riacquistare la vista, si trasferiscono ad ogni individuo due insegnamenti essenziali per conoscere Dio e vedere la luce dentro se stesso. Il miracolo chiesto avviene, ma il Messia fa una domanda precisa ai due: “Credete che io possa fare questo?”. Gli risposero: “Sì, o Signore!”. Allora toccò loro gli occhi e disse: “Avvenga per voi secondo la vostra fede”. E si aprirono loro gli occhi. Si può perciò ottenere tutto quello che si chiede al Padre, attraverso la preghiera, se seguita da una fede possente, sicura, immune dalle tentazioni. Dio si arrende ad essa e apre agli uomini l’impossibile! Noi abbiamo questa fede? Dopo questa puntualizzazione Gesù, ammonendo i miracolati,  raccomanda loro: “Badate che nessuno lo sappia!”. Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione. Il Signore non vuole che l’uomo veda nel miracolo l’esaltazione del fatto fisico in se stesso, ma il valore della fede e della preghiera che risanano il corpo, attraverso la conversione dell’anima. Cristo non è un giocoliere insolito o un mago del potente Faraone d’Egitto. Cristo è la radice della vita; è oltre il tutto; siede all’estrema profondità degli occhi del cuore e della mente dell’uomo. Quando questi sono pieni di luce,  Dio, noi e gli altri, diventiamo un’unica cosa fondamentale e insostituibile, per la bonifica materiale e spirituale del mondo intero. Oggi più che mai!

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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