“Un Giorno con Maria” è un’iniziativa di pastorale mariana incentrata sul messaggio di Fatima e organizzata secondo i criteri di una missione popolare parrocchiale. Nata in Inghilterra grazie a un immigrato italiano di Roma, Claudio Lo Sterzo, è stata poi patrocinata dai Francescani dell’Immacolata che ne diffondono nel mondo l’iniziativa. Dalla Repubblica del Benin si spera di estendere l’evento nel Continente africano.
Padre Juan Diego M. Gay, nell’intervista riportata di seguito, ha meglio illustrato l’iniziativa essendone stato il promotore in Benin, in qualità di superiore della missione con la rettoria e la direzione rispettivamente del santuario mariano e della radio cattolica nazionale, affidate al suo Istituto religioso e annesse alla “cittadella religiosa” del cosiddetto Centro Mariano.
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Padre, con domenica 22 Giugno, nel villaggio di Ayou, siamo al terzo giorno con Maria, dopo un primo ad Alladà ed un secondo a Glotomey, per tre sabati consecutivi. Un’esperienza nuova per la nostra missione beninese. Che bilancio si può fare?
Padre Juan Diego M. Gay: Premetto che non si tratta della prima volta. Già nel 1996, p. Alfonso M. Bruno, all’epoca superiore della Casa Mariana di Alladà aveva organizzato qualcosa del genere con i bambini. Non era però “Il Giorno con Maria” come lo conosciamo oggi nell’Istituto, ma si trattava di un incontro di preghiera con i bambini attorno alla Madonna ispirato a quanto si è organizzato in questi ultimi sabati. Il bilancio della nostra esperienza attuale è stato molto positivo. Io ho partecipato a “Un giorno con Maria in Italia” e non è che la gente venga sempre in massa. Questo dipende sia dalla promozione fatta sull’evento che dal numero di parrocchiani e dei praticanti effettivi. Qui in Africa è davvero tutta la parrocchia che si mobilita. Questa è una bella cosa. C’è una certa docilità da parte di questo popolo “che fa sperare cose belle”. Se noi ripetiamo queste esperienze pastorali in mezzo alla popolazione, con lo stesso entusiasmo e partecipazione, stiamo offrendo a tanta gente la possibilità di pregare insieme di essere contenti, di conoscere meglio la Madonna. E’ ovvio che questo risultato positivo dell’inizio, ci incoraggia per il futuro.
Poiché si tratta di “Un Giorno con Maria” in versione africana, sicuramente ci sono delle differenze con lo stesso evento in Europa. Quali sono le principali differenze per un reciproco arricchimento?
Padre Juan Diego M. Gay: Proprio facendo il primo giorno con Maria ad Alladà mi sono venuti in mente alcuni principi. In Italia tutto è più semplice perché tutti parlano la stessa lingua. La prima differenza è stata, quindi, l’esigenza di introdurre certe preghiere, canti e traduzioni delle prediche in lingua fon, la lingua più parlata nel sud del Benin. Questa già è una particolarità, non possiamo fare tutto in francese che è la lingua ufficiale nelle scuole, nell’amministrazione; nelle parrocchie delle zone rurali tutti parlano il fon e dunque, ci sarebbe una difficilissima ricezione se facessimo tutto in francese. Mi sono reso conto già dal primo giorno che non potevamo contare sul nostro piccolo coro di suore… I canti dei beninesi sono molto potenti e riescono a trascinare tutta l’assemblea. Ora noi eravamo “tre, quattro gatti” a cantare e ho visto davvero un divario tra i canti con cui noi volevamo animare la preghiera e la potenzialità di tutta una parrocchia unita in canto. Allora subito mi son detto: bisogna adattarsi, e ci siamo adattati sia per la Messa, come anche per il canto di esposizione del SS. Sacramento. Ho dato la possibilità alle corali locali di animare il Giorno con Maria con il loro repertorio. Questa è una differenza notevole, una cosa che non succede in Italia ma è stata proprio un’esigenza perché per loro sarebbe una “imposizione” venire nella loro parrocchia e non farli cantare. A parte questo, il resto della giornata è decisamente la stessa cosa del Giorno con Maria universalmente riconosciuto. C’è un Vademecum ufficiale che rispettiamo e seguiamo, tranne qualche particolarità di cui accennavo. L’obiettivo adesso è che dopo questi primi tre Giorni con Maria, dopo che frati e suore hanno rotto il ghiaccio e organizzato loro, anche i laici di buona volontà e soprattutto i membri della MIM possano essere autonomi nell’organizzazione del “Giorno con Maria” limitando noi religiosi giusto ai Sacramenti, alla predicazione e all’animazione liturgica.
Quale influsso ha la presenza di Maria, lo stare con Lei, sulla vita di fede delle persone in Benin?
Padre Juan Diego M. Gay: Qui, grazie a Dio, c’è un’apertura quasi istintiva alla Madonna. Certamente questo paese gode di una predilezione da parte della Madonna, Le è stato consacrato più volte, specialmente dopo la rivoluzione comunista quando c’è stato un raduno di tutte le forze vive della Nazione sotto la guida dimons. Isidoro de Souza, arcivescovo dell’epoca. È lui che ha voluto creare un centro di pellegrinaggio diocesano dove tutte le parrocchie possano venire insieme in pellegrinaggio, almeno una volta all’anno, per pregare e ringraziare la Madonna, concretizzando e “materializzando” l’unione con Maria. Non dobbiamo dimenticare anche la presenza di una radio totalmente consacrata alla Madonna nell’arcidiocesi di Alladà, che diffonde le sue trasmissioni in tutto il paese, sin dal 1998. Come la Madonna ci ha portato Gesù nella pienezza dei tempi, così la gente intuisce che con la Madonna, nell’evangelizzazione, possiamo avere accesso più facilmente a Gesù. C’è una felicità notevole, lo si può notare nella predicazione popolare, parlando con la gente, con le Confraternite del Rosario, i gruppi di preghiera, fino al nome delle edicole, dei negozi, vedrete molti nomi mariani per le strade e una certa fierezza e soddisfazione di essere cattolici. La Vergine Maria è come un baluardo, perché qui c’è anche una presenza protestante; allora la Madonna è diventata proprio il segno del Cattolicesimo qui in Benin.
Guardando avanti, quali sono le prospettive per il futuro? Si può puntare tutto sul “Giorno con Maria” per un apostolato dai grandi frutti spirituali e dalle grandi speranze?
Padre Juan Diego M. Gay: Partecipando all’ultimo incontro con i sacerdoti della nostra zona pastorale qui ad Alladà, il decano – in sintonia con gli altri sacerdoti – ha costatato che questo giorno con Maria, nelle loro parrocchie, si è rivelata una giornata di grazia. Le Confessioni, la predicazione, la gente che è venuta da tutte le stazioni della parrocchia, è stata una vera missione parrocchiale come prima si faceva sia in Italia che in Francia. Alla chiamata dei parroci, i missionari venivano per predicare e confessare. C’è un risveglio della fede, del fervore e tutto ciò intorno alla Madonna di Fatima e al suo messaggio che, come sapete, è una catechesi completa. Allora, è vero che dopo questi frutti non possiamo non pensare di continuare con questa opera di apostolato che ci apre orizzonti quasi sconfinati, perché le parrocchie sono moltissime e anche in crescita. È una chiesa giovane e fervorosa questa del Benin e penso che useremo questo apostolato per far conoscere la devozione mariana o approfondirla. Io avrei anche questa intenzione, di far partecipare i nostri laici consacrati alla Madonna, cioè i membri della MIM, in modo che possano anche loro mostrare che, a tutte le età ed in tutte fasce sociali, possiamo entrare in questa missione dell’Immacolata Mediatrice per annunciare Cristo, il Vangelo, per pregare Dio e per favorire la nostra conversione. Certamente allora, come obiettivo, il giorno con Maria insieme a Radio Immaculèe che i frati ad Alladà gestiscono, al Santuario mariano diocesano che ci è stato affidato, insieme alle “Case della Carità” di Bemberekè e di Allada, certamente il giorno con Maria s
arà parte integrante del nostro apostolato di Francescani dell’Immacolata in questa terra.