Congelati i fondi intestati presso lo IOR a mons. Nunzio Scarano, ex responsabile del servizio di contabilità analitica all’Apsa, arrestato lo scorso 28 giugno per truffa, corruzione e calunnia [1].
La sentenza è stata disposta, con ordinanza del 9 luglio, dal Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, nel quadro delle indagini in corso da parte delle autorità giudiziarie del Vaticano, a seguito di rapporti su transazioni sospette depositati presso l’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF).
Mons. Scarano – attualmente sospeso dalle sue funzioni – era stato indagato insieme all’ex “007” Giovanni Maria Zito e al broker Giovanni Carenzio, in seguito ad alcune manovre finanziarie volte a far rientrare dalla Svizzera, con un aereo privato, ben 20 milioni di euro liquidi appartenenti ad una famiglia napoletana amica dell’alto prelato.
Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, ha dichiarato oggi: “Lo IOR ha affidato al Promontory Financial Group un esame oggettivo dei fatti e delle circostanze concernenti i conti in questione e coopera pienamente con l’organismo di regolazione finanziaria del Vaticano, l’AIF, e le autorità giudiziarie per far interamente luce sul caso”.
Al momento, ha riferito il gesuita, l’Istituto per le Opere Religiose “sta affrontando un esame, da parte del Promontory Financial Group, di tutte le relazioni con i clienti e delle procedure in vigore contro il riciclaggio di denaro”. Allo stesso tempo, si stanno attuando “provvedimenti adeguati per migliorare le sue strutture e procedure”.
Tale processo è stato avviato già dal maggio 2013 e l’obiettivo è concluderlo per la fine dell’anno. In tal direzione, il portavoce vaticano ha informato che nelle scorse settimane, “lo IOR ha nominato un chief risk officer a livello della Direzione, con lo specifico compito di concentrarsi sulla compliance“. Inoltre, sono state introdotte nell’Istituto “misure per rafforzare sostanzialmente il sistema di reporting“.
La vicenda di ‘mons. 500’ è dunque uno dei primi passi per fare luce negli angoli più bui del Torrione di Niccolo V. Papa Francesco non sta certo a guardare, ma anzi ha nominato lo scorso 24 giugno, una Commissione per “raccogliere puntuali informazioni sulla posizione giuridica e sulle varie attività dell’Istituto al fine di consentire, qualora necessario, una migliore armonizzazione del medesimo con la missione universale della Sede Apostolica”, come affermava nel suo chirografo.
Il Presidente Ernst von Freyberg, dal canto suo, ha recentemente dichiarato che lo IOR sta seguendo “una linea chiara di identificazione sistematica e di ‘tolleranza zero’ nei confronti di tutte quelle attività che siano illegali o estranee agli Statuti dell’Istituto, siano esse condotte da laici o da ecclesiastici”.
Non si sa se le parole del presidente tedesco si riferiscano alla vicenda delle dimissioni del direttore generale Paolo Cipriani e del suo vice Massimo Tulli del 2 luglio scorso. L’unica “voce” in merito è stata quella del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, che ha definito le dimissioni come un ‘provvedimento’, il cui ‘merito’ va attribuito direttamente a Papa Francesco. «Il Santo Padre – aveva asserito il porporato – più volte ha detto che avrebbe fatto una revisione e una riforma dello Ior. Non so se questo ultimo episodio sia legato alla riforma, mi sembra che sia un episodio concreto che si innesta in quella che è l’intenzione e la volontà precisa del Papa”.
Tra scandali, arresti e dimissioni qualcosa si sta iniziando a muovere all’interno della banca vaticana. Una cosa è certa, se Ratzinger auspicava una “pulizia”, sotto il Pontificato di Bergoglio stiamo assistendo ad una vera “rivoluzione” che chissà se porterà alla chiusura dello stesso Istituto. D’altronde, Papa Francesco già il giorno dopo la sua elezione ha affermato che “la Chiesa non è una Ong” e non ha bisogno di tutti questi uffici….
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