Nel contesto di un dibattito politico che vede emergere di figure giovani come Enrico Letta e Matteo Renzi, ZENIT ha rivolto alcune domande a Carlo Costalli, presidente nazionale del Movimento cristiano lavoratori.
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Mentre infuria la corsa alla segreteria del Pd, Renzi si imbarca in una polemica con il suo arcivescovo, il cardinale Giuseppe Betori. Scivolone o mossa studiata?
Costalli: Vedo il mio sindaco un tantino stressato, come se non reggesse più il confronto politico e si rendesse conto che in un’Europa che allenta di fatto il patto di stabilità per non essere schiacciata da Usa e Cina nella rincorsa alla ripresa – che è già iniziata – non è più il tempo dei rottamatori ma dei ricostruttori. Il nervosismo di Renzi è fondato. I suoi avversari nel Pd hanno iniziato a riunirsi e a Palazzo Chigi c’è un suo compagno di partito, giovane come lui, cattolico come lui, che fa meglio di lui perché sta pilotando questo Paese fuori dalla crisi.
Lei lo ha bacchettato. Da leader del Mcl o da fiorentino?
Costalli: Suvvia, la “bacchettata” avrebbe potuto essere più dura! Mi sono limitato a osservare che quando di fronte a un’osservazione lapalissiana, come quella del cardinal Betori sullo stato di salute di Firenze, si risponde adombrando complotti e manovre si e’ imboccata una strada senza uscita. Un sindaco si comporta diversamente, soprattutto quando amministra una città piena di problemi come la mia Firenze. Mi sono augurato che Renzi usi l’energia che possiede per risolvere i problemi della città e non per tutelare la sua immagine per logiche di carriera politica meramente personali, anche quelle evidentemente sotto gli occhi di tutti. I fiorentini non lo perdonerebbero. E i fiorentini, Renzi lo ricordi, sono quelli dei Ciompi…
Non c’è stato quindi uno strappo nel mondo cattolico, malgrado le parole del sindaco contro Ruini?
Costalli: Parole scomposte. Indegne di un primo cittadino. Eppoi, nel momento stesso in cui ci si proclama “cattolici adulti” si tira il vescovo per la tonaca e lo si trascina nella polemica politica? Suvvia…
Il caso Renzi dimostra che tra il Pd e la Cei c’è ancora ruggine?
Costalli: Betori non è la CEI e Renzi non è il Pd. Dimostra che alcuni esponenti della sinistra italiana, anche tra quelli che si definiscono cattolici, non hanno perso il vizietto di guardare alla Chiesa come ad un interlocutore politico, da considerare amico o nemico secondo logiche di schieramento che non sono proprie e non saranno mai proprie della Chiesa italiana e di quella universale. Certo, il caso Renzi preoccupa perché ci si rende conto che a sinistra si nega agli ecclesiastici il diritto di parlare di politica, di esprimere un’opinione sul governo della res publica, di indicare dove si trova il bene comune. Renzi appartiene a quella categoria di politici di sinistra che vogliono chiudere ancora i preti nelle sacrestie. Parlano di integrazione e lanciano i tweet, ma sono fermi agli anni Cinquanta.
Quanto pesano le considerazioni del cardinale Camillo Ruini sui valori non negoziabili?
Costalli: Quella dei valori non negoziabili è una battaglia anche politica ma prima di tutto culturale, sociale e antropologica. Lo ha detto Ruini, ma lo ha detto Giovanni Paolo II prima di lui, e Benedetto XVI dopo di lui. Il magistero non è cambiato con Francesco, perché stiamo parlando di una proposta religiosa, esistenziale, filosofica, non di un programma elettorale. Le Settimane Sociali, che si celebreranno a Torino in autunno, chiariranno ancora una volta il legame profondo tra questi valori e quelli sociali, in cui i meno avveduti “suddividono” i cattolici, come se si potesse essere fedeli intermittenti, seguire il Magistero solo sui temi che ci piacciono, come se si trattasse di un supermarket. Questo tipo di questioni che investono l’uomo del nostro tempo hanno una portata che è al di fuori della comprensione di certi politici da titolo di giornale.
Cioè i politici che dominano i titoli dei giornali?
Costalli: No, quelli che la politica la leggono fermandosi ai titoli.
Cosa legge Enrico Letta?
Costalli: Lui legge anche il resto dell’articolo. E lo capisce.
Eppure è di sinistra…
Costalli: Di centrosinistra.
Il Mcl è uno dei movimenti che vorrebbe rifondare la politica dei cattolici e organizzare una nuova Camaldoli. Il premier potrebbe essere il “federatore”?
Costalli: Consideriamo quello di Letta un governo amico e un governo utile al Paese. Lasciamolo lavorare tranquillo. Più che di federatori i moderati oggi hanno bisogno di un progetto politico che noi cerchiamo faticosamente di imbastire, lavorando sui contenuti, a partire da quelli del mondo del lavoro che come Movimento cristiano lavoratori, ci stanno a cuore.