Umiltà e servizio per comunicare la buona notizia

Il Premio “Una Penna per la Vita” a Francesco Agnoli

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Il Premio Una Penna per la Vita, nella sua seconda edizione è stato assegnato al giornalista Francesco Agnoli.

“Il nostro obiettivo non è quello di premiare qualcuno che la pensi come noi, ma giornalisti liberi che si impegnino nella buona comunicazione”. In merito a Francesco Agnoli, padre Miranda ha precisato che “se negli anni passati ha scritto qualcosa di controverso non tocca a noi giudicarlo”.

Così ieri mattina, alle ore 11, padre Gonzalo Miranda, decano della Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, ha spiegato che la finalità della seconda edizione del premio una penna per la vita è quella di promuovere, all’interno del mondo della carta stampata e della comunicazione sociale, l’informazione e la comunicazione corretta ed efficace nell’ambito dei temi relativi alla Bioetica.

La cerimonia di consegna della targa di premiazione ha avuto luogo al Pontificio Collegio Maria Mater Ecclesie, nel contesto del corso estivo di Bioetica.

La votazione online si è chiusa venerdì 21 giugno. Il voto pubblico ha decretato il 56,4% dei voti a Francesco Agnoli  e il 40,5% dei voti a Antonio Gaspari. Terza classificata Benedetta Frigerio. 

Impegnato in commissione esami Francesco Agnoli non ha potuto ritirare il premio, In sua vece lo ha ritirato Francesca Romana Poleggi.

Dopodiché il decano della Facoltà di Bioetica ha invitato Antonio Gaspari, direttore editoriale di ZENIT, a portare un saluto ai presenti.

Gaspari si è congratulato in particolare con il comitato organizzatore di Una penna per la vita ricordando quanto la Facoltà di Bioetica ha fatto di buono in questi anni e sottolineando l’alto numero dei votanti 4542, da tutte le parti del mondo.

Gaspari si è congratulato con il vincitore Francesco Agnoli e con Benedetta Frigerio per i tanti buoni articoli pubblicati.

Il direttore editoriale di ZENIT si è augurato che la Penna per la vita Francesco Agnoli voglia sostenere ampiamente e pubblicamente l’iniziativa europea “Uno di Noi” per riconoscere la vita fin dal concepimento e evitare in maniera certa che con i soldi dei contribuenti l’Unione europea continui a finanziare le associazioni che promuovono l’aborto e le pratiche di ricerca medica che violano la dignità dei nascituri.

Sono ormai circa settecentomila le firme raccolte e dovranno essere almeno un milione e duecentomila entro il primo novembre.

Una iniziativa che potrebbe fornire all’Europa l’opportunità di tornare ad essere il continente che più protegge e promuove vita e famiglia  

Gaspari ha concluso con alcune riflessioni sul servizio e l’umiltà così come indicate da papa Francesco.

Il Pontefice ha affermato “la carità cristiana è l’amore verso Dio e verso il prossimo (…) ma l’amore richiede sempre di uscire da sé, di spogliarsi da sé. La persona amata mi chiede di mettermi al suo servizio. (…) Non esiste carità senza amore e se il gesto di aiuto accresce la vanità non c’è amore si sta fingendo”.

Per questo “il nostro vero potere deve essere il servizio” e per noi giornalisti che ci occupiamo di temi di bioetica, questo deve essere il verbo, perché è così che possiamo testimoniare l’amore che da senso all’umano. È l’amore che da senso alla vita degli umani, che li spinge a conoscere e usare la scienza per aiutare gli altri.

Come è noto a fare grande una civiltà, non è né la potenza militare né l’economia, ma la capacità e la sensibilità di aiutare i più deboli, è l’amore gratuito che spinge le persone a compiere azioni eroiche verso l’altro.

Per questo la famiglia naturale è il fondamento della civiltà. Perché è composta da un uomo e una donna che per amore si donano l’uno all’altro, e che per amore spendono la loro vita per i figli, un dono che è unico, piccoli atti eroici ogni giorno, che alimentano speranza e danno fondamento al bene comune. La via per praticare la carità e amare si chiama umiltà.

Papa Francesco ha scritto un libretto sull’umiltà, ispirandosi ad alcuni scritti di Doroteo di Gaza, un abate monaco e eremita del VI secolo. Ha scritto Doroteo di Gaza: “Nulla è più prezioso dell’umiltà, nulla è più importante di essa. Se all’umile capita qualche male, immediatamente fa ritorno su di sé ed egualmente giudica che lo ha meritato.  E non si permette di riprovare altri né di incolpare chicchessia. Semplicemente sopporta, senza turbamento, senza angoscia e in tutta quiete. L’umiltà non i irrita ne irrita nessuno. Bene ha detto il santo prima di ogni altra cosa abbiamo bisogno dell’umiltà”.

Il monaco aggiunge: “Credi in tutto quello che ci accade, anche i minimi dettagli, viene dalla Provvidenza di Dio e sopporterai senza impazienza tutto ciò che verrà. (…) Credi che il disprezzo e le offese sono rimedi contro l’orgoglio della tua anima e prega per quelli che ti trattano male, considerandoli vedi medici”. Ed ancora “non cercare di conoscere il male del tuo prossimo, e non alimentare sospetti contro di lui. E se la nostra malizia li fa nascere, cerca di trasformarli in pensieri buoni”.

Abba Zosima, uno dei maestri di Doroteo di Gaza, diceva che occorre pensare a chi fa del male “come a un medico inviato da Cristo” come a “un benefattore”, perché “per chi non si pretende giusto, tutto è un appello alla conversione, a rientrare in se stesso e a scoprire solidarietà con i peccatori”.

“Credo – ha sottolineato Gaspari – che solo praticando amore e umiltà potremo liberare le tante vittime del male”.

Nel campo della bioetica penso che sia venuto il tempo di passare dalla critica alla proposta amorevole.

Il male non si sconfigge con il male: su quella strada, ha detto Giovanni Paolo II “anziché vincere il male, ci si fa vincere dal male”.

Gaspari ha concluso affermando che “questa è la via su cui camminare per una buona bioetica della comunicazione, e per moltiplicare le penne per la vita”.

Il premio Una Penna per la vita” è promosso dal Gruppo Biomedi@, per la ricerca e l’analisi critica dei media, in collaborazione con ANGPI (Associazione Nazionale Giornalisti Pubblicisti Italiani), GUS (Gruppo Giornalisti Uffici Stampa) ASMI (Associazione Stampa Medica) e Ceris/CNR,  col patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti e Federazione Nazionale Stampa  Italiana (Fnsi).

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ZENIT Staff

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