161 disabili a Barcellona per una missione di pace

Dal 6 al 12 luglio, si svolgerà il nono pellegrinaggio Unitalsi dedicato ai bambini. 908 i partecipanti

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908 bambini di cui 161 disabili, lasceranno, il prossimo 6 luglio, il porto di Civitavecchia per il nono pellegrinaggio dell’Unitalsi che quest’anno si svolgerà a Barcellona.

L’iniziativa, dal titolo Bambini in Missione di Pace, organizzato in collaborazione con la Regione Lazio, è stato presentato nel pomeriggio di oggi presso la sede della Regione Lazio, a Roma.

Assieme al presidente Nicola Zingaretti e al vicepresidente nazionale di Unitalsi, Dante D’Elpidio, sono intervenuti anche Alessandro Pinna, presidente della sottosezione dell’associazione; Francesca Marino, responsabile del dipartimento passeggero della Grimaldi, e il Vice Assistente Ecclesiastico Nazionale Unitalsi, Don Danilo Priori.

I numerosi pellegrini saranno guidati dall’assistente ecclesiastico nazionale Unitalsi, mons. Luigi Marrucci, Vescovo di Civitavecchia e Tarquinia, oltre che dal presidente nazionale Salvatore Pagliuca e da Dante D’Elpidio, anche presidente della Società Associazioni Religiose di Pellegrinaggi (Sarp). 

Per i bambini e i genitori si prospetta una straordinaria esperienza di fede e fraternità. Sono previsti infatti “intensi momenti di preghiera”, ma anche “di giochi, di scherzi e risate” ha spiegato D’Elpidio. Il tutto a favore del messaggio principale che è la pace. Un messaggio, ha sottolineato il vicepresidente, che “ha toccato anche gli ultimi pellegrinaggi ad Assisi, Lourdes, Terra Santa, Parigi e Roma” e che, ogni giorno, “viene ricordato da tanti personaggi”.

Secondo Don Danilo Priori, si tratta di un’esperienza spirituale “diversa” dagli altri viaggi: “Questo pellegrinaggio porterà il Signore vicino ai partecipanti” ha detto. Svolgerlo poi nell’ambito dell’Anno della Fede rende poi questo pellegrinaggio “ancora più particolare”. Tanto che lo stesso Papa Francesco ha espresso la sua personale vicinanza ai pellegrini. 

Nel suo intervento, Alessandro Pinna ha presentato i dati del dossier Unitalis sui bambini disabili a Roma, raccolti dallo sportello Roma per tutti sulla base di 1000 famiglie. 

Nell’80% delle famiglie con bambini disabili, tra 0 a 16 anni, le mamme hanno lasciato il posto lavoro per seguire i figli. Queste famiglie dichiarano di avere grande difficoltà nella vita quotidiana e nella città. Il 70% riscontra degli ostacoli a causa delle barriere architettoniche che sono una “grave piaga” di Roma, “rendendo le strade inadeguate, così come altrettanto inadeguato è il trasporto pubblico”, ha affermato Pinna. 

Le famiglie con bambini che soffrono di disabilità motorie di origine neurologica, o di disabilità dovute a disturbi della personalità e disturbi specifici dell’apprendimento e di varie forme di autismo, preferiscono infatti non fare uscire il proprio figlio fuori da casa e gli lasciano frequentare solo ambienti familiari (circa il 40%). Soltanto il 20% affronta senza problemi le barriere architettoniche e la mancanza di servizi.

Il presidente della sottosezione Unitalsi di Roma ha inoltre mostrato un progetto composto da “sette richieste per trasformare Roma in una città a misura di tutti i bambini”. Ovvero: “Istituire nella Regione, a Roma e in ogni Municipio, un ufficio speciale dedicato all’infanzia e in particolare ai bambini disabili; realizzare ogni anno una giornata Regionale o Comunale per i bambini con particolare attenzione a quelli con disabilità; fare in modo che lo sportello Roma sia per tutti presente in ogni Municipio di Roma Capitale; approntare un piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche partendo dall’ascolto delle associazioni disabili; restituire il sorriso ai bambini disabili ripensando le aree ludiche dei parchi pubblici anche per loro e predisporre ulteriori spiagge attrezzate per le loro necessità”. 

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, si è detto “molto soddisfatto” per la collaborazione tra Unitalsi e la Regione Lazio riguardo al pellegrinaggio imminente.

Zingaretti ha inoltre dichiarato: “Non bisogna far finta di non vedere come, con questi dati, si rischia di negare la cittadinanza di tantissime persone”. “Non si deve dimenticare che si vive in una comunità e, per questo va assunta seriamente una responsabilità” ha concluso. 

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Jill Carnà

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